I Licei Poliziani scommettono sull’innovazione e sulle tecnologie digitali applicate alle nuove metodologie di didattica: grazie al progetto “Aula 3.0”, infatti, gli alunni e i docenti possono sperimentare forme partecipative di apprendimento e di ricerca, con strumentazioni moderne e attrezzature tecniche modulabili a seconda delle diverse esigenze.
L’Aula 3.0 è stata allestita all’interno dei Licei Poliziani ed è dotata di molti strumenti: due grandi lavagne interattive, carrelli con tablet e stampanti wireless multifunzione. Invece delle classiche file di banchi disposte di fronte alla lavagna, in quest’aula i banchi sono disposti a gruppo attorno a un videoproiettore e un computer, a sua volta connesso a internet attraverso la rete Wi-Fi dei Licei Poliziani e la possibilità di accedere al Cloud con tutta la documentazione digitale elaborata assieme agli insegnanti. I banchi sono modulabili e i gruppi si possono cambiare a seconda delle esigenze, trasformando l’aula in un laboratorio attivo di ricerca.
Cambia anche la modalità di interagire con lo spazio e con i docenti: invece di una lezione frontale, gli alunni sono liberi di spostarsi nelle diverse aree dell’Aula 3.0, consultare i libri di testo e le risorse multimediali, prendere coscienza delle nuove tecnologie di comunicazione e interagire con lo spazio e con gli arredi in maniera creativa.
“La creazione dell’Aula 3.0 segue la direzione di una graduale introduzione delle nuove tecnologie in ambito scolastico – spiega il dirigente dei Licei Poliziani, Marco Mosconi – A partire dalle lavagne interattive fino agli arredi modulabili, i nuovi strumenti ci permettono di sperimentare modelli alternativi di insegnamento e ci consentono di lasciare maggiore autonomia agli alunni durante i laboratori didattici. È infatti importante sottolineare come l’apprendimento non si svolga soltanto negli spazi fisici delle aule durante le consuete lezioni frontali, ma anche negli ambienti quotidiani di vita degli studenti, compresi gli spazi digitali. Spazi che hanno bisogno di capacità e di competenza per essere appresi, e anche questo è un ruolo che la scuola del futuro ha il compito di ricoprire.”