Da alcune settimane la Collegiata di San Giuliano di Castiglion Fiorentino si è impreziosita di una raccolta di reliquiari provenienti dai fondi della Collegiata stessa, molti dei quali rinvenuti proprio durante i lavori di ristrutturazione che l’hanno interessata, ma anche da altre chiese della Parrocchia, fra cui quella di San Paolo Eremita in Sant’Agostino.
I reperti, dal valore religioso oltre che storico, oggi si trovano tutti all’interno della chiesa, in una stanza tornata agibile dopo la recente ristrutturazione appositamente dedicata, e sono stati recuperati, ordinati ed esposti in un mobile di legno alla cui realizzazione ha contributo il rione Porta Romana.
“Da tempo c’era l’idea di riordinare e sistemare i reliquiari, la ristrutturazione è stata l’occasione propizia per dar vita a questa raccolta che ci auspichiamo possa essere ampliata e curata sempre di più” commenta Don Marcello Colcelli, Arciprete parroco della Collegiata. L’esposizione presenta decine di reliquiari, che si differenziano per tipologia fra urne, ostensori o le cosiddette “reliquie senza reliquiario” e che risalgono a diverse epoche storiche, comprendendo un lasso di tempo che va dai primi anni del 1600 fino all’inizio del secolo scorso. In realtà, però, le reliquie contenute sono anche più antiche, raccolte durante i secoli dai fedeli e dalle istituzioni ecclesiastiche castiglionesi nei più svariati modi.
Grazie alle informazioni di Don Marcello e di Carmelo Serafini, riusciamo a ricostruire la storia e la provenienza di molti di questi reperti. Del fondo Collegiata si conservano i teschi ritenuti di San Donnino e San Placido, varie urne di rame dorato con teca, di cui una con alcune reliquie di Santa Filomena (il cui culto era molto diffuso nel 19esimo secolo nel centro Italia), ostensori con reliquie di Sant’Antonio da Padova, Sant’Anna e San Nicola. Nella raccolta anche dei calici da messa del 1600 e le “cartagloria”, tabelle dorate sulle quali erano trascritti alcuni dei passaggi fondamentali di preghiere liturgiche, in uso nelle chiese dal 1500 fino agli anni ’60.
Dal fondo Sant’Agostino – chiesa che due anni fa ha subito il crollo del tetto – invece provengono tre urne di bella fattura, tutte purtroppo senza reliquia interna, fra cui una teca di mogano con cherubini bronzei di inizio ‘900; ostensori con reliquie di San Paolo Eremita (titolare della chiesa), San Marcello, San Nicola da Tolentino e San Valerio. Il patrimonio culturale e religioso rappresentato dalle reliquie delle chiese castiglionesi e della stessa Collegiata non è certo esaurito qui, anzi il reperimento e la catalogazione continuano senza sosta per completare il progetto avviato ma, come suggerisce Don Marcello, “questa prima raccolta assume già un forte valore di conservazione della memoria della nostra comunità e di devozione per i fedeli del passato che hanno pregato su queste reliquie”, una mission a cui il Rione Porta Romana ha partecipato con orgoglio ed entusiasmo.