Indubbiamente quella di ieri è stata una sconfitta epocale per la destra. Uno di quegli eventi che anche tra quarant’anni racconteremo ai nostri nipoti. Vabbé sto esagerando. Però obiettivamente ieri è finita un’epoca e soprattutto ne è cominciata un’altra. Certo ci saranno degli strascichi e dei colpi di coda, ma ieri è stata ufficializzata l’agonia del berlusconismo, un’agonia che però era cominciata da tempo. Ma aldilà delle analisi politiche che hanno portato a questo cataclisma, cerchiamo di capire cosa ha funzionato e cosa no nelle campagne elettorali dei candidati focalizzando l’attenzione su Milano che ha assunto, come lo stesso Berlusconi aveva sottolineato, una valenza nazionale.
E proprio queste parole del Premier pronunciate in apertura della campagna elettorale sono state il primo errore. Alle amministrative, si sa, i risultati possono variare anche di molto rispetto all’orientamento nazionale. Le parole di Berlusconi hanno invece reso “nazionale” lo scontro elettorale in un momento di forte malcontento sull’operato del Governo. Ma come mai Berlusconi ha voluto dare questa connotazione nazionale? il fatto è che Berlusconi ha perso a mio avviso il contatto con la gente e quindi con la realtà e non si è reso conto che gli elettori non sono solo quelle persone che gli stanno sempre intorno e lo osannano qualunque cosa egli dica e ridono alle sue barzellette. Il fatto stesso di comunicare con gli italiani soltanto tramite spot televisivi o tramite monologhi telefonici nei talk show preclude un prezioso contraddittorio che è essenziale per saggiare gli umori veri della gente.
Hanno inoltre inciso sul consenso, e non poco, certe affermazioni e comportamenti. Le accuse (infondate) a Pisapia a dieci secondi dallo scadere del confronto televisivo, le pernacchie, la mirabolante promessa di condonare le multe, solo per dirne alcune. Addirittura lo spostamento di due ministeri. Mica stiamo giocando al monopoli??? Sono comportamenti questi che comunicano una senzazione da una parte di pressapochismo e dall’altra di trovarsi di fronte ad una svendita disperata.
E non parliamo della scelta di invitare a cantare nella patria dei leghisti Gigi D’Alessio…
Ma l’errore più grande è stato l’aver impostato la campagna sulla paura del diverso e sulla demonizzazione del rivale. Una impostazione cosi lontana dalla realtà che ha provocato soprattutto su internet una incredibile ed esilarante ondata di satira. Tutto è cominciato con una frase scritta da Red Ronnie sulla sua pagina facebook: «Primo esempio del vento che sta cambiando a Milano: cancellato LiveMi di sabato 21 maggio, in Galleria del Corso. Era l’inizio di LiveMi 2011 (che se vincerà Pisapia sarà cancellato dai progetti del Comune). Dava spazio a gruppi e artisti emergenti che potevano esibirsi con brani propri. In compenso Pisapia sta pensando a un megaconcerto con Jovanotti, Ligabue e Irene Grandi. Per dare voce a chi non ce l’ha». Ovviamente Pisapia, essendo ancora candidato sindaco, non avrebbe mai potuto cancellare l’evento. E dunque la frase ha provocato l’indignazione di migliaia di internauti che in tutta risposta hanno cominciato ad inondare la pagina di frasi del tipo «Pisapia di notte entra furtivamente nelle case, sveglia i bambini e sussurra loro: “ti hanno adottato”. Poi scappa via» oppure «Pisapia mi rubava sempre la merendina, quando andavo alle elementari» oppure ancora «Se vince Pisapia, il prossimo derby milanese sarà al Fatah contro Hamas». L’intento è quello di evidenziare l’assurdità delle accuse a Pisapia con frasi altrettanto assurde usando una collaudata tecnica diventata famosa con i facts di Chuck Norris. Ben presto le battute hanno varcato i confini della pagina di Red Ronnie assumendo forme originali come gli pseudo manifesti elettorali di spinoza.it da cui ho preso il titolo di questo articolo oppure il geniale {rokbox text=|video|}http://www.youtube.com/watch?v=rwDWrrW4cg8{/rokbox} dal titolo “Il Favoloso Mondo di Pisapie” che amplifica fino all’inverosimile le paure evocate dalla Moratti.
E secondo me alla fine è stato proprio questo contagioso tam tam di risate amplificato dalla eccezionale potenza mediatica di internet ad essere decisivo sull’esito del confronto elettorale. Anche se, devo dire, ha influito non poco la gentilezza, la correttezza, la compostezza di Pisapia. Forse uno dei pochi che ancora dà valore ad una stretta di mano. E penso che nei ricordi dei milanesi (e non solo) rimarranno a lungo le immagini delle migliaia di magliette arancioni che in questi giorni vagavano in silenzio per le strade di Milano.