Finalmente, finita la cavezza della par condicio e visti i risultati finali, posso rivelare la mia profonda (e forse malcelata) simpatia per uno dei candidati a Sindaco della contesa ad Arezzo. Sì, lo ammetto, in Luigi Lucherini io ci avevo sperato davvero. Di fronte ad un centrodestra frantumato in mille pezzi e a una campagna elettorale poco incisiva di Grazia Sestini, di fronte ad un Sindaco Giuseppe Fanfani che per me restava da 6 meno, ero rimasto (come fui in passato) quasi estasiato dallo slancio con cui, inizialmente, il buon Luche aveva avviato la sua campagna elettorale.
Un percorso iniziato benone e proseguito poi in tono minore, ma caricato a mio avviso di una proposta complessiva e di una progettualità ancora clamorosamente “avanti” rispetto alla concorrenza. Un’Arezzo europea, un’Arezzo moderna, un’Arezzo che sapesse puntare davvero in alto ed essere una città numero uno. Un’Arezzo con grandi ambizioni, rivolta al futuro e non al compitino da ragioniere.
Peccato che il risultato elettorale finale sia stato così minuscolo, di pochi voti avanti a quello che è il vero fenomeno della tornata elettorale 2011 (oltre al PD che sbanca e prende la maggioranza dei seggi in consiglio): la lista Cinque Stelle di Beppe Grillo.
Credo che il motivo dell’insuccesso, oltre alla troppa frammentazione che disorientava gli elettori non-fanfaniani, sia da ricercare anche in un complessivo fallimento del civismo come proposta politica. Pare davvero che i partiti (e il PD ne è la testimonianza) ancora siano destinati a fare la parte da leone e senza nessuna struttura alle spalle i voti non si prendono e bisogna accontentarsi delle briciole. L’elettorato non schierato, deluso, frustrato, incavolato, si è orientato al non voto, oppure ha votato la lista 5 stelle. Poco contava il carisma del buon Luche e il ricordo del suo primo mandato da Sindaco.
Civismo sconfitto, quindi, un campanello d’allarme e un esempio da tenere presente nei prossimi anni. Per esempio a Monte San Savino.