Il gran dibattere su Habemus Papam, nuovo film di Nanni Moretti che dicono riempia le sale (non la mia, ieri sera c’erano 300 posti e solo 5 sedie occupate…), è come al solito un po’ capzioso. Non so bene il significato di questa parola (capzioso), ma suona bene e quindi la tengo, perchè come dice Nanni le parole sono importanti. Di fatto, come quasi tutti il film di Moretti, Habemus Papam è un film comico a cui viene attribuito un valore diverso, autoriale, dai rimasugli della cultura di “sinistra” tipicamente italiana, quella che Moretti nei suoi anni migliori (non questi) ha crudelmente sbeffeggiato.
Premesso quindi che si tratta di un film comico, va detto che si tratta di un film che scherza coi Santi e di conseguenza ha l’automatico effetto di mettere a disagio chi è cattolico e a quei Santi dona un valore particolare. Moretti, con gli occhi spassionati e un po’ bambineschi del non credente, riduce invece Vaticano, Cardinali, conclavi e lo stesso Papa a una semplice dimensione umana, senza nulla di divino. I Cardinali sono uomini come tutti gli altri, con le loro debolezze e le loro virtù, tutti buoni nell’animo. Stop.
Si astengano quindi dalla visione i cattolici, vadano pure a vederlo tutti gli altri.
La blasfemia sta comunque altrove; non c’entra nemmeno nulla Dan Brown, qui siamo alla burletta, impreziosita però da un ritmo notevole, da una cura dei dettagli al limite della perfezione e dalla straordinaria prova di Michel Piccoli, il neo-Papa attore teatrale mancato che fa il gran rifiuto senza alcuna viltade.
Lasciatemi dire che in tempi in cui tutto pensano di poter fare tutto e aspirano a fare tutto, anche quando non ne hanno minimamente le qualità, sentire un uomo che di fronte ad una importante nomina (forse la più importante di tutte) dice “non me la sento, non sono in grado” ci dona una bella boccata d’ossigeno