Il Museo Archeologico di Castiglion Fiorentino ospita per un anno un’interessante raccolta di reperti etruschi di proprietà privata.La mostra sarà inaugurata domani 21 aprile alle 17.30 e sarà visitabile fino al 22 aprile 2012. La collezione è caratterizzata da varie classi tipologiche di materiali, quali la ceramica di impasto, il bucchero e il bronzo, in gran parte riconducibili a produzioni dell’Etruria Meridionale, in particolare a Vulci.
Spicca per rarità un’urna cineraria a capanna (tipo Bartoloni I,h) testimoniata sia a Vetulonia che a Vulci e databile al IX-VIII sec. a.C. Questo tipo di contenitore delle ceneri del defunto, pater o mater familias, ripropone l’immagine dell’abitazione in uso nei villaggi della prima età del Ferro.Degna di nota per la produzione etrusco-corinzia dell’Orientalizzante finale è l’olla stamnoide dipinta in rosso, pertinente al Gruppo ad Archetti Intrecciati, prodotto soprattutto a Vulci.L’ampia rassegna di buccheri presente nella collezione castiglionese comprende una cospicua varietà di forme riconducibili alla cerimonia del banchetto e pertanto presenti nei corredi funerari. Si tratta di calici, kantharos, kyathos, kylix e skyphos tutti databili all’epoca arcaica (VI sec. a.C.) e probabilmente usciti da botteghe dell’agro vulcente.Di particolare importanza per forma ed uso cerimoniale risulta il calice con sostegni a cariatidi, figure femminili che reggono con le mani al petto un oggetto non identificato. L’esemplare si data all’inizio del VI sec. a.C. e trova diffusione dall’area ceretana a quella chiusina.I manufatti in bronzo esposti si possono ritenere instrumenta tipici dei serviti da simposio della fase tardo-arcaica (seconda metà del V sec. a.C.) e quindi legati al consumo del vino: situla per contenere, oinochoe per versare, simpula per attingere e colum per filtrare poiché il vino era consumato con l’aggiunta di spezie, aromi, miele e formaggio grattugiato. Questo carattere di omogeneità dei reperti bronzei li connota come appartenenti allo stesso contesto di pertinenza e usati insieme alle coppe ed ai calici in bucchero persino durante la cerimonia del banchetto funebre.
Margherita Gilda Scarpellini Direttore ICEC