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Il giochino più facile da fare, sport preferito di tanti giornalisti finto-critici e finto-indipendenti, sarebbe quello di metterli l’uno contro l’altro, fare confronti con l’applausometro per capire chi ha scaldato più le folle e decretare un vincitore della giornata. Ma siccome il giochino è semplice, prevedibile, banale e piuttosto da pavidi meglio concentrarsi sui contenuti e sulla forma. Vendola e Veltroni, Veltroni e Vendola: accoppiati sulla base di un caso, seguito da una scelta politica più o meno apprezzata all’inizio, ma rivelatasi poi vincente, hanno riempito Piazza Risorgimento con un maxi-spot elettorale al Sindaco in carica Giuseppe Fanfani.
Che tutto questo sia potuto accadere ad Arezzo è un bene per Arezzo stessa, solitamente relegata ai margini dalla politica nazionale, oltre che un bene per il “Fanfa”.
Il ‘nipotissimo’ gongola infatti di cotanto ‘lancio’ e nella sua chiusura (dopo i due superbig) ha sfoderato il meglio delle sue capacità attoriali-comunicative, con quello stile colloquiale totally made in Arezzo che tanto piace ai suoi concittadini. Anche lo stesso Marco Meacci, il Segretario Provinciale del PD esaltato dall’aver condotto in porto un grande evento e dalla piazza gremita, ha tirato fuori quella grinta da urlatore un po’ romantico che tiene nel cassetto e sfodera solo nelle grandi occasioni.
Walterone e Nicolino non hanno parlato molto di Arezzo nei loro interventi, ma hanno messo in scena una vera (ed onesta) battaglia fondata sull’arte oratoria, arringando con grinta e stimolandosi l’uno con l’altro. Le loro claques si sono ben presto confuse tant’è che gli applausi sono divenuti unitari, e non più divisi per tifoserie.
La vicinanza ha risvegliato ardori particolari: Walterone è partito un po’ in sordina, ma appena ha visto salire sul palco il governatore della Puglia, arrivato un po’ ritardo, ha piazzato un cambio di passo degno del miglior Zatopek accanendosi sul Governo. Vendola ha tenuto banco alla grande, partendo col battutone “Certo se da giovane m’avessero detto che sarei stato sul palco con Veltroni a lanciare Fanfani….“, lanciandosi in lunghe digressioni su diritti, precariato e affini e affievolendosi nel finale, un po’ appesantito dalle infinite citazioni colte e dai paroloni tipici del suo stile. Ma a quel punto Walterone se n’era già andato e la gente era già stata saziata.
Più scena che sostanza, comunque, per una giornata che ha dato un palcoscenico ad Arezzo, ha fatto divertire i giornalisti locali, gli appassionati di politica e i commentatori, ha gasato i fans dei due leaders, ma ha lasciato sostanzialmente immutati equilibri e parentele a sinistra. Tutto come prima insomma, Uno contro l’altro…praticamente amici.