{rokbox title=| Antinesca Civitelli, oggi, col Sindaco di Chianciano Ferranti :: |}images/caos1/antinescacivitelli2.jpg{/rokbox}
Il Sindaco di Chianciano Terme, Gabriella Ferranti, è intervenuta (oggi) al ristorante il “Buco” di Chianciano Terme in occasione dei festeggiamenti per i 100 anni di Antinesca Civitelli, portando i migliori auguri da parte dell’Amministrazione comunale. Nata a Chianciano Terme il 1° aprile 1911, dopo il lavoro alle Terme di Chianciano ed il lavoro come sarta è partita per la Somalia. Rientrata in Italia a vissuto poi a Sanremo e Parma, per tornare nuovamente a Chianciano Terme dove ancora oggi vive.
La mamma, Gilda Rossi ed il papà, Antonio Civitelli, avevano un poderino e vivevano nel centro storico (Borgo Avveduti). La sua è una storia di vita particolare.
Separata a 19 anni nel 1920
Entra a lavorare alle Terme di Chianciano come mescitrice all’età di 16 anni. Si sposa a 19 anni, era il 1920, e un anno dopo si separa dal marito. A Chianciano Terme il suo fu il terzo caso di separazione e in quell’inizio del secolo scorso fu uno “scandalo”. “Ho avuto il coraggio di fare quella scelta – racconta oggi Antinesca nel giorno del suo centesimo compleanno – non ho mai amato quello sparlare di tutto e di tutti dei chiancianesi, spesso senza sapere di cosa, ancora oggi questo mi fa male”. Sono questi i pensieri di Antinesca che parlandoci del suo passato ripensa a quel periodo, che le ha lasciato dentro una profonda cicatrice. “I soldi per l’acquisto di un taxi all’uomo che ho sposato a 19 anni – prosegue Antinesca – li ha messi mio padre, ma quella non era la mia vita ed ho deciso di separarmi”.
Il lavoro alle Terme di Chianciano
Il lavoro come mescitrice le permette una certa indipendenza ma lei impara anche il mestiere della sarta di confezioni maschili ed insieme ad una decina di giovani ragazze chiancianese lavora per una ditta di confezioni di Milano. Ma le Terme di Chianciano, grazie al suo lavoro al Parco Acquasanta, le hanno cambiato la vita. “Tra le mie mansioni, oltre quella della mescita dell’acqua vi era quella di vendere i bicchieri per la cura con l’Acqua Santa – prosegue Antinesca -. Un giorno si presentò un signore distinto, come tanti ne venivano a Chianciano all’epoca, per acquistare un bicchiere. Il costo del bicchiere era di lire 5. Lui pagò il bicchiere con 100 lire e mi salutò senza pretendere il resto. Lo chiamai immediatamente: “Signore il resto”. Ma lui rispose: ‘No, il resto lo tenga lei e ci compri quel bottone della divisa che le manca’”.
La vita in Somalia
Inizia così “l’avventura” tra i due e presto il distinto signore le chiese di andare a vivere in Africa con lui. Lei partì: destinazione una piantagione di banane in Somalia. In Somalia, dal 1905 al 1947 colonia italiana, Antinesca porta con se tanti dischi e tutta la discografia di Alberto Ravagliati, quello di “Ba, ba, baciami piccina” – che tutti ricordiamo – “si la musica l’ho sempre amata – afferma Antinesca – ma anche l’arte ed i fiori, ma in Somalia non ho poi avuto modo di ascoltarli con frequenza. Si perché la vita era tutta dedita al raccolto delle banane per l’esportazione in Italia. Le banane venivano spedite in nave a Lucca, e da qui partivano per tutti i mercati italiani. Le facevamo arrivare anche a Chianciano Terme ai parenti”.
“Di cose ne ho viste tante e mi piaceva andare a Sanremo dove avevamo una casetta. Ho visto tanti festival, a partire dal primo vinto da Nilla Pizzi. Bei tempi”.
Il primo divorzio a Chianciano Terme
Nel 1955 i tempi cambiano ed Antinesca è la prima a Chianciano Terme ad ottenere il divorzio. Dal 1958 ad oggi la sua vita è proseguita a Chianciano Terme. Oggi, all’età di cento anni è sempre perfetta, parla, si narra e ricorda con la mente lucidissima e ci guarda dietro un paio di occhiali “alla moda” incastonati di strass. Auguri Antinesca, anzi “Anti” come la chiamavano i suoi genitori