Chiusi: Michele Serra, Ugo Dighero, la Banda Osiris al Mascagni
Al teatro Mascagni di Chiusi venerdì 4 marzo, ore 21.15, va in scena un’esilarante e corrosiva radiografia del nostro Paese costruita sugli scritti, le poesie, le “satire” e i breviari comici di Michele Serra. Ugo Dighero e la Banda Osiris, compirano un “esorcismo” attraverso musica e parole per cantare le assurdità, i paradossi, le vanità rovinose di noi “Italiani, Italieni, Italioti”. È uno spettacolo dove il rumore del caos dei nostri tempi diventa una sinfonia di risate amare, parte integrante della stagione teatrale chiusina. Prodotto dal Teatro dell’Archivolto, con la regia di Giorgio Gallione, scene di Guido Fiorato e le luci di Aldo Mantovani, propone canzoni, rime, ballate che raccontano, irridono, svelano, sottolineano la faccia ipocrita e arrogante dell’Italia. Affidandosi al loro proverbiale e stralunato humour, alla forza della fantasia e a un indomabile spirito beffardo e iconoclasta, i quattro professori della Banda Osiris, affiancati in questa avventura dal talento bizzarro e virtuosistico di Ugo Dighero (da “Mai dire gol” ai “Ris”), costruiscono così uno spettacolo a cavallo tra un moderno canzoniere politico e un'”Opera da tre soldi” (euro?) di italica fattura; una partitura eccentrica dove le invenzioni musicali e quelle linguistiche si intrecciano, canzonatorie, per costruire un varietà contemporaneo dove il comico cerca di essere ancora eversivo e il grottesco cerca di svelare l’inessenziale, il contraffatto e il superfluo.Lo spettacolo alterna due strutture narrative: la prima costruita sui pensieri e le riflessioni di un uomo (di sinistra) che si interroga sull’oggi, sulla situazione del proprio paese, attraverso riflessioni intime, inquietanti, a volte dolorose. Sono i testi tratti da L’Amaca rubrica che Michele Serra scrive per La Repubblica, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume gli offre a ritmo, purtroppo, forsennato. La seconda costruita con numeri di taglio più satirico, manipolando i pezzi che caratterizzano la collaborazione con L’Espresso – Satira preventiva – in cui l’autore disegna un mondo in pericolo tra le goffe mani della scimmia umana