Florida. Non è solo un aggettivo o il nome di uno stato americano. E anche il cognome di un grande economista americano, Richard Florida appunto, che ha ideato la teoria delle tre T. Quando l’ho letta per la prima volta qualche anno fa è stata come un’illuminazione: una geniale sintesi di ciò che pensavo da tempo e non ero riuscito a spiegare in sole tre parole.
Tecnologia, Talento e Tolleranza. Secondo Florida questi sono i tre perni attorno ai quali gira un sistema economico-sociale di successo. Basta che ne manchi solo uno dei tre e la magia non si compie. L’idea cominciò a prendere forma quando chiesero a Florida di analizzare come mai in alcune città americane, nonostante la presenza di insediamenti tecnologici di rilievo come grandi università e rinomati laboratori di ricerca, l’economia stentava a decollare. L’economista si accorse che mancava un elemento decisivo: la tolleranza. Non bastava, cioè, disporre degli ultimi ritrovati della tecnologia e delle menti più talentuose. Serviva un altro ingrediente fondamentale. E allora Florida confrontò i dati di queste città con altre in cui l’economia aveva ricevuto un forte slancio. Ed ebbe un’intuizione geniale: gli venne in mente di prendere in considerazione l’indice di concentrazione dei gay e venne fuori, guarda un po’, che nelle città dove i gay non temevano intolleranze e quindi dichiaravano apertamente il loro orientamento sessuale, l’economia andava meglio.
Ecco qui il terzo fattore: la tolleranza. In un luogo dove la gente non ha paura del diverso le idee si mescolano e migliorano. In altre parole se ti sforzi di ascoltare le idee di una persona a prescindere dal colore della sua pelle, dalla sua religione, dal suo orienamento sessuale o dalla sua provenienza, è probabile che farai tesoro delle parole ascoltate. Il segreto, a mio avviso, sta nel comprendere che difficilmente un’idea definitiva viene in mente ad una sola persona: le idee vincenti sono sempre il risultato della fusione di tante piccole idee provenienti da più persone. Guardiamo ad esempio (con le dovute proporzioni) la nostra piccola trasmissione Pollo Aquarius. Come mai sta avendo così tanto successo? Secondo me perché ciascun componente del gruppo ascolta cosa hanno da dire gli altri senza pregiudizi e senza ritenersi superiore ed è fermamente consapevole che la forza sta nel gruppo e non nel singolo. E così accade che il pronome più usato è “noi” piuttosto che “io”.
Anche i politici della nostra vallata avrebbero tanto da imparare dalle tre T cercando di mettere da parte visioni poco lungimiranti e stupide rivalità tra, per dirne solo alcune, Valdichiana e Valdarno o tra Cortona e Castiglion Fiorentino o tra compagni e non compagni…