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Che tempi, gli anni 70. Che cinema, quello di una volta. Quei cinemetti di paese, il cinemino a Foiano o a Camucia dove passavano quei filmetti western, polizieschi, comici, anche erotici, spesso col ‘V.M. 14’ che campeggiava e ci incuriosiva ancor di più. Due seni nudi, due natiche al vento. Una sparatoria e un bell’inseguimento con le Giulia verdi della polizia. Emanuelle, Laura Gemser, Joe d’Amato. Oppure Roma a mano armata, Tomas Milian, Maurizio Merli e Umberto Lenzi. Bei tempi.
Adesso sembra d’esser di colpo tornati a quel bel cinema d’una volta, censurato ma non troppo. Infatti è ritornato, dopo anni di oblio, il magnifico ‘v.m. 14’ appioppato a ‘Vallanzasca gli angeli del male’, l’ultimo film di Michele Placido che ricostruisce la vicenda storica della ben nota banda di delinquenti un po’ maudit milanesi.
Peccato che questo divieto antelucano (rispolverato tempo fa solo per l’ottimo ‘Un gioco da ragazze’ di Matteo Rovere) ormai non faccia più ‘curriculum’, ma solo danno, coi multisala che limitano le proiezioni di questo film ‘maledetto’ e di conseguenza bloccano sul nascere il rischio che questa pellicola possa incassare tanto.
Lasciateci dire che, avendo anche visto il film, ci sembra un provvedimento ridicolo.
Il film è un capolavoro di ritmo e intensità e non osanna nessuno, tantomeno Vallanzasca. Semplicemente ne racconta la storia, con estremo realismo, mettendo in luce la tragica realtà di un personaggio che pur con tutti i suoi mali aveva la capacità di restare simpatico a tanta gente.
Finalmente un film italiano significativo, che nasce con qualche pretesa, che vuole raccontarci qualcosa di particolare, che vuole scioccarci un po’. Tutt’altro che un film banale, e vi sembrasse poco! Una boccata d’ossigeno dopo decine e decine di commediucce e storielline private grondanti di noia e falso intellettualismo. Ovvio che tutto questo, in un paese non certo fondato sul merito come il nostro, sia considerato quasi come una bestemmia.