Leggevo qualche giorno fa di quel tipo che è morto facendo planking, ovvero mettendosi in pose allucinanti e pericolose per farsi fotografare e, cosa ancora più bella, postare le foto su facebook. La colpa è andata proprio al grande social network, imputato per istigare la follia umana. Ai miei tempi dicevano “se ti dicono di buttarti in un pozzo ti ci butti”? Questa tragedia mi ha fatto pensare alle pubblicità degli orologi qualche anno fa, quando c’era il mitico Patrick de Gayardon che le faceva di tutti i colori. Il finale anche in questo caso non è stato dei migliori. Da piccino il mio gioco più estremo era simulare le imprese di slalom gigante del grande Albertone Tomba.
Oggi invece per sentirsi fighi si fa cheese rolling: si lancia una forma di cacio nel burrone e la si insegue. Vince il primo che la prende… ma chi la prende? Alle sagre in Chiana si giocava al rullo del cacio, molto meno pericoloso e alla fine il formaggio si mangia. C’è anche chi fa bossaball. Meno pericoloso, ma un po’ ridicolo: energumeni che in spiaggia giocano a calcio-tennis solo che prima di calciare sembrano gli omini di Matrix. Le racchettine dove sono finite? I giapponesi sono sempre più forti e hanno inventato il kabbadi, un gioco che ricorda l’uno contro tutti, vince chi atterra più gente possibile, come non è specificato. La lotta coi cuscini non era meglio? E infatti c’è anche questa, solo che è più ganzo chiamarla pillow fight league. Ci sono anche quelli del wife carrying: si proprio così, vince chi portando la moglie in spalla taglia per primo il traguardo. Non sono già abbastanza dei fardelli le mogli? Il migliore tuttavia rimane il bog snorkeling, lo snorkeling nei fossi fangosi. Ora ho capito che ci facevano quei due dentro all’Esse qualche giorno fa. Dopo tutto questo credo di poter partecipare ai campionati internazionali di biglie di Marina di Grosseto. E vincerò! Colonna sonora: Ci vuole un fisico bestiale By Luca Carboni