{rokbox title=| :: |}images/magnamagna.jpg{/rokbox}Mi riallaccio al discorso di Michele su sagre, pappatorie e connessa desertificazione culturale con riduzione della socialtà a mera soddisfazione di bisogni primari. Non farò prediche e mi asterrò da considerazioni sociologiche, tanto già le ha fatte Michele e le condivido in pieno, specie quando mette in luce la riduzione degli eventi culturali a semplici pappate con la scusa di una mostra o qualcosa di simile. Voglio concentrarmi, invece, sul discorso economico.
Perchè le tante associazioni sportive, culturali, di volontariato, filantropiche organizzano sagre e pappatorie? Per avvicinare gente, coinvolgerla se possibile nelle iniziative, e anche e soprattutto per autofinanziarsi.
Questo autofinanziamento in fondo non è una cosa così malvagia, perchè lascia la libertà a noi cittadini di decidere se contribuire o non contribuire. Se i finanziamenti arrivassero per altre vie, spesso pubbliche, con sborsamenti da parte del Comune, sarebbe decisamente peggio. Invece l’autofinanziamento funge da via alternativa alla richiesta di fondi all’ente pubblico, e sgravia il comune e di conseguenza la collettività di un peso, permettendo di risparmiare fondi che poi si possono investire altrove.
Ognuno di noi, poi, ha la possibilità di scegliere a chi dare una mano, partecipando alle grandi pappate di massa e sborsando soldi (che spesso, anche questo è vero, sono quanti se ne sborserebbe a un ristorante) o restandosene a casa dicendo ‘Cavoli loro’. In questo modo abbiamo la possibilità anche di riconoscere o meno l’utilità di queste associazioni. Io per esempio vado alla sagra X anche perchè mi piace quel che fa l’associazione X che la promuove, diserto altre sagre per il motivo opposto, perchè ritengo l’associazione Y inutile.
Sul fatto che poi non abbia senso esagerare riducendo tutto a una colossale mangiata ininterrotta, come si sta facendo di questi tempi, siamo tutti d’accordo. Ed è pure vero che tutto questo premere sul cibo, questo identificare Toscana e Chiana sempre più con caci, prosciutti e vini va nell’interesse di quei pochi che ci lucrano sopra. Altra cosa, ancora, è la presunta concorrenza sleale di cui si lamentano le associazioni dei ristoratori
Ma quella è un’altra storia. Restando nel campo della pappatoria-sagra stiamo invece attenti a riempirci la bocca con lodi al volontariato e all’associazionismo, perchè poi anche il volontariato e l’associazionismo, nel loro piccolo, qualcosa da mangiare per andare avanti ce lo devono avere. E quel mangiare lo trovano anche…dando da mangiare