{rokbox title=| :: |}images/maurovalenti2.jpg{/rokbox}Per carità, è un grande, è un bene che ritorni, ma i miracoli non li fa nemmeno lui, e senza soldi fa ben poco. Perlomeno però ha la forza di essere sincero e dire subito la verità, senza nasconderla o girarci intorno, senza tentare accordi ‘alla zitta’ chiusi in qualche ‘segreta stanza’. Valenti, per riportare Arezzo Wave…ad Arezzo, vuole 250mila euro. Lo scrive oggi papale papale in questo comunicato stampa, con la schiettezza che l’ha sempre contraddistinto. Si legge infatti (cito testualmente):
Il budget preventivo del Love Festival 2011 è di circa 1 milione e 500mila euro. 1/3 di questo budget pari a 500mila euro è costituito da rischio d’impresa della Fondazione Arezzo Wave Italia, un terzo deve essere coperto da sponsor privati e un terzo da entrate di tipo pubblico. Dei 500mila euro che a budget preventivo sono in carico alle amministrazioni pubbliche, La Fondazione Arezzo Wave Italia chiede che il Comune possa verificare il coinvolgimento di partner a livello comunale e provinciale che contribuiscano con un introito pari a 250mila euro. Tale budget potrà essere raccolto a vari livelli: interpellando le categorie economiche del territorio, le aziende collegate a Comune e Provincia, le banche o altri soggetti espressione dell’economia della nostra zona.
Beh, più chiaro di così…. Va detto che in tempi di magra come questi la richiesta non è certo contenuta. 250 mila euro che dovranno venire da comune di Arezzo, Provincia, categorie economiche, aziende ‘partecipate’ e tutti gli aretini di buona volontà che vorranno tirar fuori qualcosa. Una bella sfida, che non si sa se potrà essere vinta, specie adesso che la cultura è sempre meno di moda e la crisi impone anche ai comuni, soffocati dal giogo del patto di stabilità, ben altre priorità, una su tutte quella di salvaguardare il sociale (e infatti ad Arezzo c’è stata, recentemente, una polemica proprio su questo, quando il Sindaco Fanfani ha spostato fondi da una voce, la cultura, ad un’altra, il sociale…). E poi c’è tutto il resto, tutta quella miriade di festival minori, di associazioni che (almeno in parte) in questi anni hanno saputo lavorare bene, anche senza Arezzo Wave, hanno creato eventi interessanti anche se ovviamente di portata neanche lontanamente paragonabile a quella del Love Festival, chiedendo però anche molti soldi in meno. Che fare di tutto quel mondo associazionistico poco più che volontaristico che negli ultimi tempi ha rischiarato l’ambiente culturale locale? Cinghia stretta e ridimensionamento per tutti, per far contento Valenti?
Insomma: Valenti batte cassa. Non potrebbe fare altrimenti, e non c’è da biasimarlo. Ma presenta il suo (ovvio) conto, e qualcuno adesso deve pagarlo. L’avete voluta la bicicletta? Ora pedalate. Viene da dire che sicuramente è meglio investire sul Valenti che sul Play, ma il problema resta. Chissà se chi (e ripeto, giustamente) ha invocato tanto il ritorno del figliol prodigo ritagliandosi uno spazio personale di ‘salvatore della patria’ andando incontro ad un forte sentimento popolare, se lo aspettava.