Secondo: nella visione del Pd, il trasporto pubblico in provincia e in città di Arezzo ha sempre funzionato bene prima dei tagli (fantasma). Fantasia. Sono decenni che il Casentino (dove non si è mai riusciti a far coincidere le corse del treno con quelle dei pullman) e la Valtiberina soffrono dell’isolamento. Sono anni che le corse verso gli ospedali del territorio sono poche e inefficienti. Da sempre le Vallate sono collegate poco e male alla città e viceversa. E’ da tempi immemorabili che ci sono fatti incredibili come, ad esempio e tra i tanti altri, quello di alcuni studenti della frazione di Campogialli, nel Comune di Terranuova Bracciolini, che impegnano 2 ore e 55 minuti (con soste complessive di 52 minuti) per andare a scuola a Montervarchi, cioè a 13 Km da casa. Anni, e non da ora. Anni in cui al governo si sono succeduti destra e sinistra mentre in Provincia sempre gli stessi gestivano risorse allora abbondanti per dare risposte davvero discutibili.
Terzo: il Comune di Arezzo, dice il Pd, ha messo mano alle corse meno frequentate per non creare troppo disagio. Falso. Si è tagliato operando scelte senza senso. Così, intere frazioni e popolose zone della città rimangono senza servizio come Ceciliano, Patrignone, Santa Firmina, Bagnoro, Venere, Rigutino. Oppure si sono create corse a sorpresa come la linea 1D, che dal centro di Arezzo porta all’ospedale ma che non riporta in centro perché, magicamente, al ritorno la 1D diventa 1S e fa capolinea da un’altra parte; così, chi arriva con la 1D non torna poi a casa. Preme poi ricordare che il Comune e la Provincia di Arezzo hanno aderito nel 2009 – molto prima dei tagli ancora non computati e computabili – a un Piano industriale, quello della “Società Toscana del Sud- TIEMME” che prevede l’aumento dei risultati di esercizio per gli azionisti (gli Enti Locali). Il che significa una cosa sola: aumento dei ricavi tramite il costo dei biglietti, il cui costo quindi aumenta, e diminuzione dei costi, cioè delle corse che quindi diminuiranno. Il tutto senza parlare del fatto che, se si capisce la logica di mettere insieme Arezzo con Siena e Grosseto, sfugge la logica del matrimonio con Piombino, la cui società è famosa per il bilancio poco sano che presenta da decenni e di cui, ovviamente, ci faremo carico anche noi. Insomma, siamo dinanzi a una scelta davvero dissennata che è tutta targata Pd e che, nonostante l’assessore Perferi sia uomo di esperienza, è nata male, anzi malissimo.
Comunque chi governa a livello locale, e per legge ha specifiche risorse e competenze in questa materia, si assuma tutte le sue responsabilità, dia risposte concrete e organizzi il servizio in modo efficiente: è questo che stanno facendo Provincia e Regione? E’ questo che vogliono, creando sul piano squisitamente politico aggregazioni vaste senza precisi obiettivi, piani strategici ed informazione per cittadini e utenti ?
Dichiarazione di Paolo Enrico Ammirati (Consigliere regionale Pdl – Commissione Trasporti)
e Lucia Tanti (Capogruppo Pdl in Provincia di Arezzo)
insieme con Gianni Pagliazzi (Coordinatore comunale del Pdl ad Arezzo)
Gianni Cantaloni (Capogruppo Pdl in Consiglio comunale)
Felice Maurizio D’Ettore (Coordinatore provinciale del Pdl ad Arezzo)
Stefano Mugnai (Consigliere regionale Pdl)