Ricorre quest’anno il cinquecentesimo anniversario della morte del grande pittore fiammingo Hieronymus Bosch, sicuramente uno degli artisti più complessi e visionari di tutti i tempi, avvenuta il 9 agosto 1516 a Hertogenbosh in Olanda, dove era nato quasi 63 anni prima. Proprio per questo motivo la casa editrice Imprimatur ha deciso di riportare nelle librerie un libro delizioso già pubblicato nel 2013, collegandolo ad un progetto tanto originale quanto meritorio, consistente nel mettere il testo a disposizione degli editori stranieri, senza richiedere anticipi sui diritti, al fine di promuovere la diffusione e lo scambio culturale in ambito europeo.
Si tratta di “Bosch e l’enigma delle fragole” di Carmencita Serino, un’opera che unisce una notevole erudizione ad un intreccio accattivante e ad una scrittura fluida e godibile. Raccontarne la trama è impresa ardua, dato che il racconto si snoda su diversi piani temporali, mescolando personaggi reali e di fantasia e fondendo le atmosfere del romanzo storico a quelle del giallo.
Qual è il significato recondito del Trittico delle Fragole, il capolavoro di Bosch (più conosciuto come Il Giardino delle Delizie o anche come Il Millennio)? E perché una potente casa farmaceutica è così interessata a scoprirlo? A queste domande (e a molte altre) dovrà tentare di dare risposta una strana equipe accademica multidisciplinare, composta da studiosi provenienti dalle più disparate nazioni del mondo.
Tolosa in Francia durante l’epidemia di peste del 1349, Le Fiandre del ‘500 in cui il grande e immaginifico Hieronymus realizzava i suoi quadri e infine Cambridge ai tempi nostri, da dove si dipartono le ricerche (o forse sarebbe meglio dire le indagini) coordinate dal distinto professor Conrad Bigtour, decano della Facoltà di Storia. Luoghi ed epoche diverse che fanno da sfondo ad una narrazione incalzante tutta tesa a seguire ed interpretare gli indizi misteriosi rappresentati da figure, simboli e allegorie sparsi a piene mani nell’opera del grande maestro fiammingo.
Non posso dire di più senza rischiare di rivelare il finale del libro. Perciò non mi resta che concludere con un semplice ma accorato consiglio: leggetelo.