Consapevoli che non esistono sistemi elettorali perfetti, dobbiamo constatare che negli ultimi dieci anni, il popolo italiano, ha dovuto subire leggi elettorali antidemocratiche. Proponiamo alcune considerazioni che risultano molto attuali, ma che a pensarci bene potevano e dovevano essere scritte già nel 2005, quando il governo Berlusconi mandò in soffitta il Mattarellum sostituendolo con il Porcellum. Questa legge elettorale toglieva completamente il diritto al popolo di scegliere i propri rappresentanti.
Oggi non abbiamo più il Porcellum; dal mese scorso è operativa una nuova legge elettorale, l’Italicum, che ha corretto solo parzialmente gli aspetti antidemocratici contenuti nella legge elettorale precedente. Infatti, anche con l’Italicum noi cittadini possiamo scegliere soltanto il 30% dei nostri rappresentanti.
Quindi, votando con l’Italicum il popolo esercita la sovranità?
No, in quanto maggioranza e opposizione risultano costituite in gran parte da deputati nominati dai leader dei partiti. Esercitano certamente i diritti politici solo quelli che scelgono quel 30% che sono realmente eletti. Quindi una parte considerevole del popolo italiano (70%), quando andrà a votare con l’Italicum sarà privato della sua sovranità.
Questo vuol dire che la maggioranza dei deputati non saranno scelti dal popolo italiano.
Ciò significa che l’Articolo Uno delle nostra Carta Costituzionale è stato raggirato. Inoltre un Parlamento di nominati somiglia ad una corte dell’ancien régime, non più ad un organo di controllo. E’ poi accettabile che un parlamento di nominati stabilisca tributi nei confronti del popolo? Noi condividiamo lo slogan dei rivoluzionari inglesi del 17° secolo che diceva: “no taxation without representation”.
I sostenitori dell’Italicum dicono che il popolo eserciterà la scelta suprema eleggiendo il governo. Il capo del governo nomina una parte considerevole dei parlamentari; questa sua prerogativa confligge con il principio lockiano della divisione dei poteri. Il potere legislativo nelle mani del capo del governo è un rischio per la nostra democrazia.
Come si potrebbe ovviare a questo rischio?
Una delle strade per democraticizzare l’Italicum potrebbe essere quella di abolire i capilista bloccati reintroducendo le preferenze. Attraverso questa modifica ci troveremmo una Camera costituita da persone che hanno avuto l’investitura direttamente dal popolo.
Un’ altra strada che consentirebbe un ulteriore passo avanti verso la democrazia sarebbe l’introduzione dei collegi uninominali a turno unico. (o doppio turno di collegio. Se ne può discutere.)
Un deputato eletto dal popolo risulta meno ricattabile e più libero dal Governo, garantendo una salutare dialettica tra Potere Legislativo e Potere Esecutivo. Inoltre è opportuno “costringere” il Deputato stesso a conquistarsi il consenso popolare. La campagna elettorale che ne deriverebbe, consentirebbe al candidato di comprendere a fondo i bisogni dei non garantiti, cioè degli ultimi.
Se il popolo potesse scegliere almeno il 70% dei propri rappresentanti, forse potremmo dire di essere riusciti a riaprire le porte della Democrazia.
Un altro punto importante che deve essere analizzato è il premio di maggioranza che l’Italicum attribuisce al partito vincente. In virtù di questo meccanismo di attribuzione del premio di maggioranza, il primo partito potrebbe eleggere da solo il Presidente della Repubblica, ritrovandosi così a controllare la Camera, il Governo e la Presidenza della Repubblica.
Attribuendo invece il premio di maggioranza alla coalizione si eleggerebbe un Presidente della Repubblica non totalmente controllato dal partito vincente.
A nostro avviso, affidare il Governo del Paese ad una coalizione è preferibile che consegnarlo ad un solo partito. (per evitare la concentrazione del potere, meglio una coalizione di centro destra che un solo partito di centro destra; meglio una coalizione di centro sinistra che un solo partito di centro sinistra.)
Qualcuno potrebbe avere l’impressione che queste riflessioni ignorino i contenuti della Riforma Costituzionale, sui quali a breve il popolo italiano sarà chiamato a pronunciarsi. In realtà noi siamo convinti che i principi che caratterizzano la legge elettorale risultano decisivi ai fini di una presa di posizione nel Referendum Confermativo.
Senza una modifica dell’Italicum risulta arduo votare sì, sebbene la Riforma contenga aspetti e tendenze positive come il superamento del bicameralismo perfetto e il rafforzamento dello Stato centrale con ridimensionamento di alcune prerogative regionali.
Non è possibile migliorare la nostra Costituzione se non ci dotiamo di una Legge Elettorale realmente Democratica.
Legge Elettorale non democratica, Costituzione non democratica!
Dr. Angelo Tanganelli
Cristiani per la Democrazia