L’incendio dell’azienda Raetech, avvenuto a Foiano della Chiana lo scorso 19 luglio, e le sue conseguenze sul territorio continuano a sollevare troppi interrogativi. Questo è ciò che denunciano pubblicamente i consiglieri del gruppo Progetto Foiano.
“Gli ultimi aggiornamenti relativi all’analisi delle conseguenze dell’incendio – sottolinea il capogruppo di Progetto Foiano Renato Donnini – palesavano il pericolo relativo alla dispersione di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e Policlorobinefili (PCB), tutti composti contenenti cloro, dunque di fatto vietati dagli anni Novanta. Se quindi ciò fosse confermato, per quale motivo si trovavano alla Raetech e perché l’area non è stata ancora sgomberata, ma continua a essere operativa?”
“Inoltre – continua Donnini – perché nessun cenno alla dispersione nell’aria di metalli pesanti quali nichel, cadmio, zinco e litio, dei quali le schede elettroniche sono ricche? Peraltro nessuno ha fatto fino ad oggi alcun riferimento alla presenza delle pile nei gruppi di continuità delle apparecchiature e dell’eventuale rilascio di piombo e acido solforico in conseguenza dell’incendio, mentre si accenna solo genericamente alla diossina? Vogliamo poi parlare della simulazione d’impatto ambientale applicata, che di norma si computa in chilometri e che invece per Foiano è sibillinamente espressa in metri, pari ancora oggi a 700?”
“In questa situazione ambigua – conclude Donnini – l’ennesima mancanza di buon senso del Sindaco Sonnati, che si premura d’indire un incontro pubblico con i cittadini, l’azienda e le autorità per conferire sul problema, senza contattare né il suo capogruppo né tanto meno le opposizioni appare un atto di gravissima scorrettezza e sul quale attendiamo risposta.”
PROGETTO FOIANO