I militanti di CasaPound Italia hanno affisso uno striscione sul muro del Centro di aggregazione giovanile a Camucia per evidenziare l’oggettivo stato di degrado della zona. “Zak: Disordine e degrado. Per l’amministrazione questa è aggregazione”, questo il testo dello striscione.
“La nostra azione – dichiara Alessandro Pallini, responsabile di CasaPound Cortona – è volta a sollecitare l’amministrazione comunale per vigilare meglio sulla sua struttura. È sotto l’occhio di tutti lo stato delle cose: non solo i pannelli destinati appositamente ai murales, ma anche le pareti esterne dell’edificio e delle abitazioni circostanti sono infatti integralmente imbrattate da tempo immemore con graffiti e scritte varie, molte delle quali oggettivamente di cattivo gusto. Inoltre il vicolo che da via Lauretana conduce a via della Repubblica, dove è appunto ubicato lo Zak, è diventato ‘zona di nessuno’, totalmente in mano a gruppi incontrollati di teenager che bivaccano lì per ore ed ore senza fare assolutamente niente di formativo. Molti cittadini di età avanzata ci hanno confidato che hanno persino timore a passare dal vicolo”.
“È inammissibile – prosegue Pallini – che un edificio comunale sia ridotto in questo stato. È altresì evidente che gli artefici di questo degrado siano presumibilmente gli stessi avventori del Centro, per la maggior parte minorenni. Viene di conseguenza da chiedersi cosa facciano i vigilatori delle associazioni che gestiscono la struttura. Non vogliamo entrare nel merito riguardo la ‘qualità’ dell’offerta formativa che la struttura dovrebbe offrire ai nostri ragazzi, o dei corsi che periodicamente qui si tengono, le nostre obiezioni sono tutte incentrate sull’attività ordinaria del Centro. È ravvisabile, a nostro avviso, la mancata supervisione da parte del personale responsabile riguardo la condotta dei ragazzi a loro affidati. Non si spiega infatti cosa facciano i responsabili per impedire atteggiamenti inidonei dei ragazzi dentro la struttura ma soprattutto nelle immediate pertinenze.”
“Vorremmo inoltre sapere dall’amministrazione comunale – conclude Pallini – se è a conoscenza di questa criticità e di come sia stato possibile arrivare a questo punto senza mai intervenire.”