_ Simone Magi, campione di Mountain Bike: ci vuoi parlare un po’ di questo sport?
E’ necessaria una preparazione fisica completa, un’ottima preparazione a livello di braccia, addome, schiena, tutto il fisico viene messo in moto. Il Cross Country olimpico, XCO, è composto da percorsi artificiali, salti, tronchi per creare più spettacolo, anche per un discorso televisivo; il percorso va dai 20 ai 30 km per più giri; è la disciplina che seguo maggiormente, ed è praticata soprattutto dagli atleti che si vogliono creare una carriera con la Mountain Bike. La marathon e la gran fondo sono più vicine al ciclismo su strada, con percorsi di più lunga durata.
_ A che età hai iniziato a pensare: ” Questo è lo sport che fa per me? “
Ho provato molti sport: fra questi calcetto, nuoto, boxe e con l’allenatore di allora era stato trovato qualcosa che non andava, la resistenza aerobica, sul ring. Ho iniziato a fare un po’ di corsa e a 28 anni, quindi non prestissimo, mi sono dedicato alla mountain bike. E prima di iniziare con questa, mi sono dedicato al motocross. Dopo 3 mesi di allenamento, mi sono iscritto alla prima gara.
_ Da quanto tempo lo pratichi in maniera agonistica?
Circa 5 anni, gare italiani, internazionali. Forse sono uno dei pochi in Toscana ad andare fuori regione, e mi misuro con atleti di un certo livello, anche con campioni mondiali, con ottimi risultati.
_ Quali sono stati i successi più significativi ottenuti finora a livello regionale e nazionale?
A livello regionale ho praticamente vinto tutto, ho partecipato 4 volte al Colli e Valli, vincendolo sempre: 2010, 2011, 2014 e 2015. Nel 2011 ero con una squadra di Castiglion del Lago, vincendo sia il titolo regionale e provinciale nella zona di Perugia.
_ Invece, qual è stata la gara che ti ha lasciato di più l’amaro in bocca?
Probabilmente l’ultima che ho disputato domenica scorsa, al campionato italiano d’inverno, a Rivoli Veronese. Sono partito molto carico, l’allenamento era andato molto bene e partivo in prima griglia. Le griglie sono determinate dai risultati ottenuti nelle gare precedenti. Ho fatto una partenza bellissima, davanti all’attuale campione italiano, Fabio Zampese, campione mondiale per tre anni di fila. Li ho staccati tutti, ma sulla prima salita tecnica mi sono trovato davanti altri atleti da doppiare, di altre categorie inferiori alla nostra, che erano partiti prima di noi, che sono andati a piedi sulla salita tecnica. Sono dovuto scendere anch’io, poi ho avuto un problema a un pedale, ho perso un po’ di tempo, mi hanno passato addirittura in 8 della mia categoria e già al primo giro mi sono trovato con un distacco di circa 3 minuti,ma nei giri successivi ho spinto al massimo arrivando, comunque, al terzo posto.
_ Indipendentemente dal risultato finale, qual è la gara che non potrai mai dimenticare?
Gorizia 2014: campionato italiano estivo, per l’assegnazione della maglia di campione italiano. Una gara dura per il clima: caldo torrido, si faceva fatica a respirare. Sono arrivato terzo, quindi sul podio, e sentire poi l’inno italiano mi ha dato un’emozione indimenticabile.
_ Dove ti alleni di solito?
La nostra zona è molto adatta alla mountain bike, ma quella che si presta di più è Sepoltaglia, con un percorso molto tecnico che ricalca quello che poi andiamo fare la domenica: un percorso da 4,6 km, con un dislivello di circa 200 metri a giro.
_Purtroppo, in tanti sport, sta dilagando il fenomeno del doping. E’ presente anche nella Mountain Bike?
Sono anche allenatore giovanile e mi trovo a dover dare un’educazione ai ragazzi. Tutti dicono che per andare forte, bisogna integrare, senza sapere nemmeno quello che dicono, mentre si dovrebbe parlare di educazione alimentare. Dovrebbe essere l’allenatore a far capire al ragazzo che bisogna essere forti di mente. Nella borraccia dei miei ragazzi metto miele e sale, perché una gara di mountain bike fa perdere molti zuccheri e il primo sale che perdi è il sodio, poi magnesio e potassio. E’ sufficiente mangiare frutta e verdura dopo la gara. Deve essere il medico a stabilire che cura fare, non gli allenatori che vogliono fare anche i dottori. Insomma, corretta alimentazione e nulla di più. Gli integratori alimentari sono tutti roba chimica. A seguito dell’assunzione di questi integratori alimentari, ci sono stati casi di positività, con gli atleti che non se l’aspettavano. Davanti al giudice si cercano delle scuse, ma il giudice non accetta giustificazioni, perché l’atleta doveva sapere. Squalifica che ti segna, praticamente a vita. Quindi, con un semplice integratore, si può anche parlare di doping, ma con il certificato del dottore in mano, si ha una qualche carta da giocare durante il processo.
Discorso doping: a livello psicologico, c’è sicuramente qualcosa che non va. Si arriva a pensare di far uso di determinati farmaci, che usano anche i malati ad uno stato terminale, tipo morfina, o cocaina. Sul sito Coni Antidoping c’è un elenco di tutte le sostanze proibite e delle persone che sono incappate in squalifiche. Basterebbe fare un’indagine per vedere quali ” fenomeni ” sono passati dal ciclismo su strada alla mountain bike. I diciottenni non devono fare i complimenti al cinquantenne che vince, ma devono domandarsi PERCHE’ il cinquantenne vince. Negli ultimi anni, purtroppo, ci sono stati molti casi di doping, ma la gente fa le orecchie da mercante.
_ Se qualcuno ti chiedesse perché praticare la Mountain Bike, che consigli gli daresti?
Sport completo, praticato su una zona che insegna a rispettare il nostro ambiente. Sentinelle della montagna, ad esempio, è un progetto avviato dal Comune di Cortona: chi pratica questa attività, può segnalare se lungo il percorso c’è, ad esempio, spazzatura in mezzo alla strada o, comunque, qualcosa che non va. Si può parlare, quindi, di aspetto sociale.
_ Chi ti senti di ringraziare per i tuoi successi?
Famiglia, la mia ragazza Veronica, il Cicloclub quota mille di Cortona che ci dà un grande sostegno quando facciamo determinate trasferte.
_Prossimi appuntamenti nazionali e internazionali?
La prima settimana di giugno, il Campionato Nazionale estivo a Courmayeur, mentre il 31 agosto il Campionato Mondiale in Trentino, in Val di Sole, a Vermiglio. Valuteremo se partecipare solo al Mondiale o a entrambi. E sabato prossimo sto valutando se partecipare alla gara di Maser, in provincia di Treviso.
_ Ultima domanda: cosa vuoi fare da grande?
Voglio continuare a fare l’allenatore e il personal trainer, lavorando sulla tecnica e sul potenziamento muscolare e sulla preparazione fisica. Per quanto riguarda l’attività agonistica, avevo intenzione di smettere già l’anno passato, perché mi voglio dedicare ai giovani, che rappresentano il futuro. Spero che questi ragazzi possano prendere il mio posto.
Stefano Steve Bertini