I miei sogni sono abbastanza strani, ne ho preso atto, ma mai mi sarei immaginata di svegliarmi di soprassalto credendo di essere attaccata da Tuchulcha, all’uscita di una galleria surreale in Poggio, nella parte alta di Cortona. Di solito funziona che sogno ciò che penso appena prima di addormentarmi; in questo caso avevo appena iniziato Curtun, Il segreto degli etruschi, fantasy scritto da Lucia Tilde Ingrosso, scrittrice ormai affermata, sangue nordico, infanzia cortonese. Lucia infatti, originaria di Milano, ha trascorso la sua giovinezza a Cortona, per poi tornare a Milano, dopo la fine del Liceo classico. Da fine gennaio è in libreria con Curtun.
Arianna, 17 anni, pupa de Roma, si è trasferita da poco a Cortona con il padre. Qui ha conosciuto Paola, eccentrica cortonese doc piena di piercing, Luca, Andrea, l’edicolante Alvaro e tanti altri. E’ estate, e Arianna sta facendo il solito stage al museo che ancora ci propongono tutti gli anni a scuola. Tutto fila liscio, fino a quando un giorno, durante il turno serale al museo, incontra Ruggero, ragazzo misterioso (e ovviamente belloccio) a metà fra l’Edward Cullen di Twilight e il Don Chisciotte di Cervantes: insomma, un misto di isteria adolescenziale e contraddizione (della serie ma questo ci fa o ci è?), e un’indole eroica e rivoluzionaria, tuttavia ingenua
Arianna invece, con la sua chioma rossa, è una ragazza simpatica e chiara con se stessa, curiosa e coraggiosa in una Cortona che sembra prendere vita. Le fanno ridere le espressioni cortonesi di Paola, l’alò detto con facilità, l’esuberanza e la gelosia, i modi di fare e il look stravagante. E la storia tra i due non sarà una semplice cottarella estiva, ma il punto di partenza per conoscere una storia molto più antica e radicata nel tempo, risalente ai tempi di etruschi e romani, per un susseguirsi di colpi di scena e rivelazioni.
I parallelismi vengono da sé. Io, a sette anni, dal grigio nord sono stata catapultata a Cortona, come Arianna e Lucia. Tutte e tre avremo riso davanti a un maremma bona, alla numerazione un po’ reinventata (bastano du ova grazie, sai nel milledugento…); tutte e tre ci saremo chieste l’utilità di chiamare la focaccia ciaccia, soltanto per risparmiare una sillaba, o come fosse possibile che pijasse un colpo alle persone; tutte e tre avremo cercato di capire questi cortonesi, sempre un po’ criticoni, ma in fondo innamorati del loro paese, e avremo fatto di tutto pur di entrare nelle loro grazie, per essere salutati calorosamente in giro per Rugapiana e non guardati con diffidenza e bollati come stranieri. Insomma, le nostre impressioni saranno state pressappoco uguali, e il fascino destato da e per Cortona sempre lo stesso. Tant’è che Lucia ci ha scritto un libro, Arianna ci trascorre le migliori avventure, e io mi godo questi ultimi mesi di vita cortonese a tutti gli effetti in vista di andare, a settembre, all’università altrove.
Vuoi per Cortona, vuoi per le analogie, vuoi per la storia coinvolgente e la scrittura accattivante, ma ad un’anti-fantasy come me (dopo la scorpacciata della saga di Twilight alle medie avevo detto basta), questo libro è piaciuto proprio. E’ bello ritrovare un po’ di se stessi nei libri ed è ancora più bello avere già stampato in testa lo sfondo di tutto. Gli acquazzoni estivi che ti sorprendono in Rugapiana e la fretta di trovare un vicolo chiuso dove ripararsi, le salite per arrivare in Poggio, le scampagnate in motorino, i turisti e il via vai in piazza, cose già vissute, emozioni già provate. Di solito non è granché quando vedi un film e poi leggi il libro, dopotutto limiti la tua immaginazione. Conoscere Cortona è stato però come aver visto solo il backstage dove collocare personaggi e avvenimenti, per innamorarsene ancora di più e guardare alcuni luoghi con occhi diversi.
Insomma, io ho finito di leggere Curtun in treno di ritorno da Milano – ogni scusa di orientamento universitario è buona per fare una gitarella al nord; questo ha contribuito a renderlo ancora più coinvolgente e lo consiglio a tutti i cortonesi e non, anche solo per vedere se viene menzionato il vicolo dove abitate, l’alimentari dove andate, i locali di una volta, o se vi piace quest’altra faccia misteriosa di Cortona. Ma soprattutto compratelo e leggetelo, perché io sono già in attesa del sequel.