In un’anonima domenica del mese di novembre il Consiglio dei Ministri riunitosi in via del tutto eccezionale approvò il famoso “decreto salva banche”. Nascono così 4 banche definite “ponte” che prendono il posto dei 4 istituti in crisi e 1a cosiddetta “bad bank”.
Lì per lì nessuno aveva capito la portata del Decreto, sta di fatto che l’ammontare complessivo del piano di risanamento si è aggirato attorno ai 3,5 miliardi di euro e prevede il contributo dell’intero sistema bancario, degli azionisti e soprattutto dei titolari delle obbligazioni cosi dette “subordinate”.
Poi mano a mano che abbiamo preso coscienza del provvedimento, i risparmiatori copiosamente hanno mostrato, fino ad oggi anche parecchio civilmente, la propria contrarietà.
Anche molti clienti della Banca Etruria di Castiglion Fiorentino sono rimasti coinvolti e di nuovo un “crack finanziario” ha colpito la nostra economia locale, dalle famiglie alle imprese.
La cosa mi ha riguardato anche direttamente oltre che professionalmente e ho compreso benissimo l’incredulità, il disappunto e la disperazione di molti cittadini che non si rassegnano, e aggiungo io facendo anche bene, visto questo micidiale cocktail governativo-bancario che ha provocato con un colpo di mano, l’azzeramento dei depositi bancari di molti correntisti.
Non può un Governo qualsiasi, a fronte di un management bancario inadeguato, riversare il danno economico e patrimoniale sui risparmiatori, sapendo benissimo che qualsiasi azione di responsabilità non produrrà mai la restituzione del maltolto, pur considerando che dal 1 gennaio 2016 è entrata in vigore la direttiva sul risanamento e la risoluzione degli Enti creditizi e delle Imprese di Investimento (cd. Direttiva Bail-in).
Vogliamo prendere l’esempio del dissesto del comune di Castiglion Fiorentino? Chi restituirà mai quanto i cittadini hanno pagato in più a causa del dissesto o chi rimborserà i fornitori del Comune che hanno accettato la metà del loro credito?
Ma a fronte di tutto questo sorgono spontanei molti quesiti:
• E’ stata valutata l’inevitabile e contagiosa diffidenza che ha procurato il decreto “Salva Banche” sull’intero sistema bancario italiano?
• Quali sono le altre banche in difficoltà che potranno ricorrere ad analogo percorso?
• Quante sono le obbligazioni subordinate collocate tra i risparmiatori delle banche italiane?
• Con quali criteri vengono nominati i Consigli di Amministrazione delle Banche italiane?
• A quando una precisa e circostanziata interdizione dai pubblici uffici e dagli incarichi per coloro che procurano danni di questa portata?
• Quali logiche perverse vengono adottate per l’erogazione del credito? Ancora una volta pare evidente come le regole devono essere rispettate dalle formiche, perché gli elefanti ci passano sopra.
Quesiti ai quali non sarà facile rispondere, ma che vengono anche questi riversati sulle scrivanie dei Sindaci che come me, fanno i conti con la disperazione di molte famiglie che prima hanno perso il lavoro, ora anche i risparmi e ai quali è particolarmente difficile chiedere di continuare ad avere fiducia nelle Istituzioni con la “I” maiuscola.