“La problematica è governabile ed è sempre stata governata e la risposta dei territori ora è ottima“: lo dice il Prefetto di Arezzo Alessandra Guidi in un’intervista a La Nazione in cui si spiegano le politiche messe in atto per rispondere all’arrivo nel nostro territorio provinciale di un notevole numero di migranti di vari paesi del mondo (in questo momento sono 561) attualmente posti nello status di ‘richiedenti asilo‘.
Sono quindi le stesse Istituzioni a confermare quanto avevamo scritto un po’ di tempo fa, con un articolo che suscitò qualche polemica, ma che aveva solo l’obiettivo di informare facendo fronte all’ondata di allarmismo e disinformazione imperante
Secondo quanto riferito dal Prefetto il territorio aretino pare aver reagito in modo positivo e l’afflusso sarà regolamentato come avevamo spiegato: fissato un massimale per ogni Comune si cercano strutture ricettive e/o abitazioni (per ora ne sono state reperite circa 60 in Provincia) in cui poter ospitare i migranti che vengono affidati a associazioni e altri soggetti del settore sociale
Tali soggetti (detti ‘gestori’) ottengono l’incarico dopo aver partecipato a un bando regionale e ricevono circa 30 euro giornalieri per l’assistenza di ogni migrante. Tutto ciò mentre si attende l’esito delle pratiche di richiesta di asilo
I Comuni, come avevamo scritto, non hanno granchè voce in capitolo: se non hanno strutture pubbliche destinabili all’uso (come accade in larghissima maggioranza) possono al massimo adoperarsi per fare da tramite affinchè soggetti privati del loro territorio offrano strutture adeguate. Non è stato raro il caso, peraltro, in cui privati hanno avanzato di loro spontanea volontà la ‘candidatura’ di strutture di loro proprietà
Ai Comuni resta la possibilità di fare da stimolo affinchè si crei una rete associazionistica che possa elaborare progetti di inserimento e volontariato, cosa che è già divenuta realtà a Castiglion Fiorentino (ne parlammo in questo articolo)
Il sistema è quindi chiaro: si può certo obiettare e suggerire metodi diversi, ma non è più il tempo di usare l’arma della disinformazione.
Anche perchè il clima sembra cambiato
Qual’è stata la chiave di volta? Secondo la mia personale interpretazione è stato l’atteggiamento della Chiesa Cattolica che, sulla spinta della posizione assunta da Papa Francesco ha dato la spinta decisiva verso l’accoglienza mettendo a tacere i mugugni. Anche ad Arezzo l’Arcivescovo non ha tardato a mobilitare la rete delle parrocchie (qui il suo comunicato) e il risultato s’è visto. Una piccola riprova può arrivare dall’osservazione della bacheca facebookiana: è capitato anche a voi di notare una sostanziale sparizione di tanti sproloqui di vostri ‘amici’?
Ma d’altronde si sa: in Italia quando una cosa la dice la Chiesa Cattolica tutti ascoltano… e talvolta anche se non sono d’accordo cambiano idea. Le parole del Papa, evidentemente, contano ancora molto più di diecimila discorsi di politici o di migliaia di articoli giornalistici.
Si può interpretare tale tradizionale deferenza italiana come elemento negativo o positivo, ma una cosa è sicura: adesso del tema dei migranti si parla in maniera più seria, più informata e soprattutto più umana