Nei giorni scorsi si sono concluse delle mirate attività nei confronti di una ventina di associazioni culturali e sportive che, in alcuni casi, avvalendosi dei particolari benefici normativi, celavano, di fatto, delle vere e proprie attività commerciali. Si va dalle associazioni culturali a quelle sportive che gestivano alcune palestre di fitness fino ad un’associazione che promuoveva un’importante manifestazione della provincia, frequentata ogni anno da tantissime persone, alle quali venivano somministrati pasti e bevande a prezzi commercialmente competitivi.
Unico comune denominatore, simulare l’esercizio dell’impresa con l’iscrizione associativa del cliente, avvalersi del regime forfettario previsto dalla Legge 398/1991 ed omettere la presentazione delle dichiarazioni ai fini IVA ed II.DD. Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle aretine hanno però dimostrato la totale assenza dei requisiti relativi alla partecipazione alla vita ed alla gestione dell’associazione da parte dei soci, la mancanza dei requisiti relativi alla validità delle assemblee, del numero legale dei presenti e dell’effettiva partecipazione alle stesse, nonché la distribuzione indiretta degli utili e, in alcuni casi, l’inosservanza dell’obbligo di tracciabilità dei pagamenti e dei compensi superiori al limite imposto dalla normativa antiriciclaggio. Ben 13 persone sono risultate essere impiegate al nero e/o in forma irregolare.
Nel corso delle operazioni è stato individuato anche un circolo privato che non solo permetteva il gioco d’azzardo del poker on-line attraverso una postazione internet connessa ad un sito non autorizzato dall’Agenzia dei Monopoli di Stato, ma era anche sprovvisto delle autorizzazioni amministrative sia per quanto attiene l’esercizio dei giochi che per la somministrazione di alimenti e bevande effettuate all’interno del circolo stesso.
Al termine delle attività si è proceduto alla constatazione di un’evasione alle imposte dirette per oltre 1.400.000 euro, corrispondenti agli incassi raccolti nei vari anni e mai sottoposti a tassazione, nonché di rilievi ai fini IVA per circa 400.000 euro. In un caso, si è proceduto al sequestro per equivalente dei beni immobili per oltre 100.000 euro, riconducibili al titolare di un’associazione sportiva, a garanzia del credito dovuto all’Erario.
La legge riconosce al c.d. “terzo settore” (enti associativi e sportivi senza fini di lucro) una serie di vantaggi d’imposta a sostegno delle attività ricreative e culturali. Non mancano però casi di abuso di questo “regime” fiscale di favore, di cui beneficiano indebitamente circoli ricreativi, palestre o centri benessere, che operano in concreto come autentiche “imprese commerciali”, praticando, di fatto, una concorrenza sleale nei confronti degli altri operatori del settore.
Le Fiamme Gialle aretine continueranno a tenere alta la guardia sul controllo delle agevolazioni previste anche in questo comparto, che negli ultimi anni sono state più volte utilizzate in modo surrettizio