Il clima di delusione e rassegnazione che si respira a Castiglion Fiorentino, nonostante le numerose feste, in fondo era inevitabile dopo il fallimento del Comune del 2011. Dopo quattro anni alcuni ex amministratori e funzionari sono stati tratti a giudizio per rispondere di alcuni reati che, solo marginalmente, riguardano il buco finanziario dell’ente.
Gli imputati sono scontenti perché al di la del legittimo e sacrosanto diritto alla difesa, subiscono la gogna mediatica della quale ne avrebbero fatto volentieri a meno.
Già il processo è una pena, a prescindere dal suo esito e a prescindere anche dall’istituto della prescrizione.
Sono scontenti i nuovi amministratori perché in fondo avrebbero voluto qualcosa di più incisivo e immediato per poter voltare pagina con maggiore convinzione.
I creditori dell Comune sono scontenti perché si sono dovuti accontentare della metà del credito vantato.
I cittadini poi sono scontenti perché consapevoli che tutto potrà finire in una bolla di sapone, se la prendono inutilmente con gli autori materiali del dissesto, con chi non ha controllato o con la giustizia lumaca.
La delusione maggiore la vivono quando sentono dire che nel 2016, fuori dalla procedura di dissesto, non saranno fuori anche dall’inasprimento delle loro odiate tasse.
Perché le tasse rimarranno le stesse, cioè quelle feroci e insopportabili, viste le riduzioni dei trasferimenti di Renzi agli enti locali.
A noi castiglionesi allora ci conviene prendere atto di come sono andate le cose, lasciar perdere il passato e lavorare per un futuro diverso.
Avv. Domenico Nucci, Senza Partiti