Ok, ormai le campagne elettorali stanno diventando un momento quasi fastidioso. Siamo bombardati di continue richieste di voto a cui non si aggiunge altro. I “santini“ imperversano: una faccia ammiccante, un hashtag più o meno originale (che alla fine non dice un bel niente ed è anche inutile, visto che qui da noi nessuno usa Twitter, però fa molto modernità) e poi la proverbiale richiesta: “Votami!“.
Ma d’altronde che ci volete fare… i Partiti al dilagare (pilotato ad arte) dell’antipolitica, non capendo nulla di quello che stava accadendo, hanno reagito nel modo peggiore: hanno cambiato i volti e hanno peggiorato i metodi, rendendoli ancora più vuoti e meramente pubblicitari. Si sono adeguati volentieri al peggio perchè è proprio nel peggio che stanno bene e faticano meno: adesso non c’è più da preoccuparsi di dire qualcosa, basta solo vendersi bene.
E’ un dato di fatto che la reazione di fronte a tutto questo vuoto di contenuti e al pressing in corso è quella di mandare tutti a quel paese, tant’è che le previsioni sull’affluenza (arriveremo al 50%? Pare di no…) sono alquanto negative.
Ma di tutto questo, alla fine, ai candidati poco importa. L’essenziale è essere eletti: brinderebbero e farebbero festa anche se a votare ci fossero andati solo loro e i loro parenti stretti
E allora, in attesa che ai metodi di voto medievali ancora in campo in Italia (anche quelli influiscono negativamente!) si sostituisca qualcosa di più comodo, moderno e meno costoso bisogna comunque andare al seggio, far sentire in qualche modo la propria voce usando la logica e imponendosi una scala di proprità.
La logica che userò io e che sottopongo senza voler convincere nessuno a voi lettori è questa:
1) premiare le persone che ritengo migliori e più adatte
2) difendere l’interesse del mio territorio
Il primo punto lo metto perchè è ovvio che, quando si fa un discorso “generale”, ci si debba preoccupare di fare dei distinguo. Nonostante tutto tiri verso il basso nel sempre più deprimente scenario politico ancora qualcuno bravo c’è: è il caso di premiarlo
So poi che il secondo punto può suonare retrogrado e campanilista, ma è un dato di fatto che in un sistema che non funziona bene ci sia bisogno di qualcuno che ci rappresenti. Qualcuno rintracciabile, che sia a conoscenza di problemi ed esigenze e faccia da ponte sollevando le questioni più in alto, dove ci sono gli strumenti per intervenire. Non si tratta di fare “favori” e raccomandare qualcosa facendogli trovare un’attenzione sproporzionata a quella che merita realmente (il vecchio metodo “prima repubblica“), ma semplicemente di segnalare cose che esistono nei luoghi deputati a questo, evitando che passino in secondo piano o addirittura non siano conosciute
Ho scritto più volte che va onestamente ammesso che ci sono ancora uomini politici che, pur stando su livelli più alti di quelli locali, sono comunque capaci di avere una coscienza globale delle cose. E’ però bene, per far fronte ai limiti di chi amministra, alle sempre più pesanti limitazioni che il loro ruolo subisce e al sempre più evidente rischio che sudditanze politiche frutto dei nuovi pesi territoriali rendano il “segnale” della Valdichiana sempre meno forte e percepibile dall’alto, impegnarsi per eleggere rappresentanti in grado di tutelare anche i nostri interessi, insieme a quelli di tutti gli altri
Perciò, visto che tutti ora hanno gli hashtag, ne lancio uno anche io: #VOTACHIANINO! I candidati della nostra vallata sono in tutte le liste, ce n’è per tutti i gusti…scegliete bene e buon voto!