Lo definiscono “la Champions League della musica” e anche se in Italia è poco noto (l’anno scorso la finale trasmessa da Rai 2 non arrivò al 10% di share) si tratta della manifestazione canora più famosa e seguita a livello mondiale, l’evento televisivo non sportivo con più spettatori al mondo, popolarissimo non solo in Europa ma in tutto il globo. L’Eurovision Song Contest edizione 2015 inizia ufficialmente stasera a Vienna, con la prima semifinale (diretta streaming su eurovision.tv, differita domani sera dalle 22.50 su Rai4) in cui 16 nazioni lottano per 10 posti in finale.
Seguirà la seconda semifinale giovedì con 17 nazioni che si contendono altri 10 posti (diretta su Rai 4 dalle 21, con possibilità di televoto dall’Italia) e poi la finalissima sabato, dalle 21 su rai 2, con l’Italia che è già automaticamente qualificata e con “Grande amore” de Il Volo punta alle terza vittoria tricolore in 60 edizioni. Un primo posto che, se dovesse arrivare, romperebbe un digiuno che dura dal 1990
Vi dico subito che insieme ad Erica sarò a Vienna in sala stampa come parte della delegazione italiana coronando così una passione che ho sin da piccolo, da quando in Italia l’ESC era ancora molto seguito, anche se tutti lo chiamavano “EuroFestival” e si indignavano a vedere i nostri beniamini nazionali relegati costantemente al quinto, sesto o settimo posto delle classifiche finali. Ma l’Eurovision è così: un grande incontro su scala mondiale in cui arriva di tutto e di più e nel quale la dimensione più importante è quello dello scambio culturale, dell’incontro fra lingue, tradizioni e culture diverse all’insegna del rispetto reciproco e della curiosità. Non a caso il tema dell’edizione 2015 è “building bridges“, costruire ponti fra mondi differenti e lontani.
Quest’anno ci sono un sacco di cose davvero belle ed è davvero tanto il “contenuto“: la Finlandia in gara con una band punk composta da persone affette da sindrome di down e autismo, l’Armenia che ha raccolto 6 propri artisti sparsi per il mondo a testimonianza del genocidio del 1915 e della susseguente diaspora, la Romania che canta un commovente testo dedicato a chi emigra e tanto altro ancora. La gara, in fin dei conti, è un elemento secondario.
E’ comunque ovvio che chi va a rappresentare il proprio paese ci va per vincere e noi, quest’anno, abbiamo la ragionevole speranza di poter tornare a casa con il trofeo e con la possibilità di avere l’edizione 2016 in terra italica. Sì, perchè chi vince l’anno dopo ha l’onere/onore di organizzare e questo sarebbe davvero un grande “acchiappo” per il nostro paese.
Nella nicchia di appassionati italiani (riuniti nell’OGAE Italy, la branca italiana dell’Associazione che su scala globale riunisce gli ESC Fan mondiali, aderite se siete già Eurovision addicted o state per diventarlo!) l’entusiasmo è grande e la speranza c’è. In effetti Il Volo, che va a Vienna perchè ha vinto il Festival di Sanremo (il nostro “scudetto”), è dato tra i superfavoriti. Ha vinto la Poll degli OGAE su scala mondiale (con un discreto margine sul temibile svedese Mans Zelmerlow), è secondo se si fa la media delle quote dei vari bookmakers esteri (dietro di un soffio al già citato svedese), sta evidentemente conquistando le simpatie dei fan in tutto il mondo, grazie a un mix di ironia, gigionismo all’italiana e a una canzone indubbiamente “adatta“
Grande amore, che come è noto non mi piace molto, è in effetti un prodotto perfetto per una potenziale vittoria: recupera la tradizione italiana e soprattutto con il “bel canto” tenorile e la pomposità orchestrale offre al pubblico estero l’idea di Italia a cui è abituato e per cui da sempre impazzisce. Che sia una collezione di stereotipi retrò poco importa: l’essenziale è che funzioni, che trasmetta emozioni, che spinga il pubblico estero a televotarci donandoci così più “12 points” possibili
L’altro punto di forza è che in un panorama di proposte musicali (40) in molti casi abbastanza simili fra loro (la musica ormai è “globalizzata“) il suono de Il Volo è radicalmente differente e, nel bene e nel male, suona totalmente diverso perciò è in grado di colpire l’attenzione e non lasciare indifferenti. Come già visto a Sanremo Il Volo lo si ama e o lo si odia e questo, nella logica del televoto, è molto d’aiuto. Cantare in italiano è poi un punto in più, visto che ormai quasi tutti scelgono l’inglese e le parole di Grande amore sono oltremodo elementari e musicali
Per le giurie di qualità (che contano per il 50%) la cosa potrebbe andare diversamente e qui, forse, sta il primo limite. Perchè la storia insegna che nei giudizi spesso pesano anche questioni non musicali. Definirle “politiche” sarebbe inopportuno, ma l’esistenza di dinamiche di “amicizia” e/o “special relationship” fra paesi è indubbia. In questo l’Italia rischia di pagare un rapporto storicamente difficile con la manifestazione, talvolta un po’ snobbata (non sempre senza ragione), fino addirittura al ritiro del periodo 1998-2010. Ma forse la simpatia dei tre “tenorini”, la loro capacità esecutiva e la magniloquenza della canzone potrebbero aprirci un varco
L’ultimo dettaglio fondamentale è quello dell’esibizione. L’Eurovision, al contrario di Sanremo, non ha l’orchestra e un palco piccolo, ma una base pre-registrata e un palco enorme pieno di luci e maxischermi. E’ uno spettacolo iper-prodotto in cui non esiste neanche un briciolo di improvvisazione. Tutto è calcolato al millimetro e giorni e giorni di prove servono a fissare ogni minimo dettaglio. Quando un artista va ad esibirsi deve rendersi conto del fatto che milioni e milioni di persone nel mondo non l’hanno nemmeno mai sentito nominare e lo vedono per la prima volta in vita loro. Perciò non si può competere mettendosi uno smoking e attaccandosi all’asta di un microfono, ma bisogna inventarsi qualcosa di particolare unendo alla qualità della canzone e dell’interpretazione qualcosa di più. L’anno scorso Emma Marrone ebbe l’intelligenza di cogliere questa sfumatura e per la prima volta cercò di portare uno show Italiano “in movimento” dopo anni di ingessamenti sanremesi; purtroppo la sua esibizione sprofondò in una sconveniente smutandata e un poco onorevole 21esimo posto (peggior risultato italiano di sempre).
Riuscirà Il Volo a competere con lo stupefacente show 3d dell’avvenente svedesone Zelmerlow? Lo sapremo sabato sera. Permettemi infine un’inopportuna digressione da fanatico della storia patria: faccio notare che vinceremmo a Vienna esattamente 100 anni dopo il nostro ingresso nella prima guerra mondiale (24 Maggio 1915… il risultato finale sarà dato alle 0.30 del 24 Maggio 2015). Parafrasando D’Annunzio sarebbe davvero un “Volo su Vienna” 🙂 #IlVolosuVienna
Intanto, constatando con piacere che quest’anno un po’ più di interesse in Italia c’è stato (ne è testimonianza il ritorno dell’Eurovision sulla copertina di Sorrisi) eccovi alcuni link utili:
– sito ufficiale della manifestazione (ci trovate tutto, dettagliatissimo) eurovision.tv
– Ogae Italia (aderite!!!) ogaeitaly.net
– Il nostro sito (in costruzione…ma già un po’ di cose ci sono) eurovisionitalia.it
– Lo speciale “Eurovision Song Story” della Rai, trasmesso ieri sera, con tante info e un po’ di storia
– EuroGnù, la puntata speciale di Gnù che abbiamo totalmente dedicato all’Eurovision Song Contest