Crediamo che continuare a parlare di Nepal, tenendo accesi i riflettori sulle drammatiche conseguenze del sisma che ha colpito il paese, sia fondamentale e che anche una piccola testata locale possa dare il suo contributo. Il rischio è che anche per il Nepal accada quello che succede di solito: grande attenzione mediatica e grande mobilitazione nell’immediato, poi si volta pagina. Con piacere ospitiamo quindi due interviste a nepalesi che stanno vivendo la tragicità di questo momento, realizzate da Giacomo Cardone, amico videomaker che conosce la realtà nepalese e che ha già pubblicato questo articolo in cui spiega come poter offrire un aiuto davvero utile
Quest’occasione vuole diventare un appuntamento periodico da qui in avanti, così da non dimenticare e tenere viva sempre l’attenzione, aggiornandovi sulla situazione del paese asiatico – La Redazione di Valdichianaoggi.it
Bibin Tharpa è un nepalese che ho conosciuto a Maya Universe Academy. Risiede a Kathmandu
Com’è la situazione a Kathmandu ad alcuni giorni dal sisma?
La situazione a Kathmandu è stabile al momento. IL 20 % dei negozi ha riaperto . Cibo e carburante sono di nuovo reperibili. Le persone hanno un grande senso di unione e collaborando alla diffusione di aiuti e provviste nelle zone colpite. Tuttavia aiuti e provviste raccolte basteranno per circa una settimana, poi i problemi torneranno di nuovo e in quel momento dovrebbe essere il governo ad aiutare piuttosto che le singole persone o i cooperanti. Le condizioni nei campi d’accoglienza possono solo peggiorare. Le persone hanno perso le loro case e famiglie, non possono rimanere nelle tende per sempre e per molti di loro è praticamente impossibile costruire nuove abitazioni.
Come stanno agendo le ONG e le altre organizzazioni umanitarie? Producono risultati effettivi?
Le O.N.G. nazionali e internazionali stanno aiutando, ma il loro aiuto è paragonabile a mettere dei cerotti. É una visuale a breve termine, ma in una visuale a lungo termine le O.N.G. se ne andranno e lasceranno un vuoto.
Come si stanno organizzando i nepalesi?
Gli abitanti nepalesi si stanno aiutando molto tra loro. Praticamente sono tutti in giro a fare qualcosa. C’è chi distribuisce soccorsi, chi presta volontariato negli ospedali, chi dona il sangue, chi risistema i campi, chi costruisce servizi igienici o programma siti per la condivisione di informazioni. Ognuno fa la propria parte, è molto commovente vedere tutto ciò. Ma quando torniamo a casa e vediamo le notizie sulla situazione nei distretti remoti ci viene da piangere.
Come si può veramente offrire un aiuto efficace dall’estero?
Un cittadino straniero dovrebbe essere un amico e non solo un donatore. Abbiamo bisogno di loro non solo per queste 2-3 settimane, ma per un tempo più lungo. Gli stranieri possono sempre iniziare ad aiutare raccogliendo fondi per la beneficenza o per amici in Nepal… ma dovrebbero provare ad aiutarci a ricostruire il paese in qualsiasi modo possibile e con una visione a lungo termine, condividendo tecnologie, idee riguardo l’edilizia, l’igiene, sviluppando un’economia sostenibile. Abbiamo bisogno di idee, formazione, sostegno. Abbiamo bisogno di aiuti nel campo dell’istruzione, agricoltura, commercio, salute….quasi in ogni settore. Vogliamo che gli stranieri rimangano al nostro fianco. Possiamo canalizzare il nostro dolore e trasformarlo in potere attraverso l’aiuto di tutti voi.
Ci sono voci secondo cui Cina e India stiano in un certo senso cercando di “monopolizzare” la macchina degli aiuti, forse per arrivare ad avere un controllo diretto sul paese. E’ vero?
Questo è vero a metà. Vedendo le tensioni crescenti fra India e Cina è chiaro che entrambe hanno paura che una possa usare il Nepal per attaccare l’altra. L’esercito indiano tende a mettere in salvo prima di tutti i cittadini indiani rispetto ai nepalesi. Le persone hanno dubbi anche sulle intenzioni dei cinesi, ma ora è il tempo di accettare i loro aiuti e certo le persone che vengono salvate non si lamentano di questo, ma anzi le ringraziano per l’aiuto che viene loro dato
Siddharth Lama Yonzan è un professore a Maya Universe Academy
Com’è la situazione nei villaggi vicino alla vostra scuola?
Qui c’è tanta voglia di riprendersi, ma anche tanta paura che altre scosse tornino. Diverse case nei villaggi sono andate distrutte e gran parte delle famiglie dorme all’interno della scuola
Sono arrivati gli aiuti in quelle zone?
Veramente no. Diciamo che i villaggi si stanno organizzando da soli
Cosa consiglia a chi voglia dare un aiuto?
Di servirsi delle piccole organizzazioni che da anni agiscono in determinate aree
Pensi che il paese si riprenderà?
Certo, come ha sempre fatto nella storia. Siamo un piccolo stato, ma la gente ha grande forza