Cito (con imprecisione volontaria) Umberto Tozzi per un editoriale del 1° Maggio che prima di tutto serve per fare gli auguri ai nostri lettori e poi aspira a non essere noioso, ma anzi utile. Potrei parlare di disoccupazione che risale ancora (+13% a Marzo), di morti bianche (in calo, ma non è mai abbastanza), di casse integrazioni in scadenza, di grandi emergenze anche in Valdichiana e altro ancora.
Non lo faccio e provo a scrivere qualcosa di utile come stimolo. Perchè la parola CORAGGIO deve avere per forza un legame diretto col termine LAVORO
In che senso?
Prima di tutto perchè lavorare deve significare realizzazione e rafforzamento della dignità
E infatti senza lavoro si sta male, e non solo perchè poi siamo senza soldi. Si sta male perchè senza far nulla ci si giudica inutili, non si progredisce, ci si isola non sentendosi più parte del mondo e in pace con noi stessi.
Ma si sta male anche a fare un lavoro non adatto a noi, nel quale non troviamo soddisfazione e (in periodi come questi dove troppi si approfittano della crisi) in cui si ricevono solo promesse condite da pochissimi soldi, zero soddisfazioni e remunerazioni e continue richieste extra che finiscono per toglierci proprio la dignità
Per questo bisogna avere coraggio.
Coraggio nell’aver perso un lavoro e non abbattersi, mettendosi all’opera per trovarne un’altro perchè si può essere utili come mai prima
Coraggio nell’entrare nel mondo del lavoro con umiltà, ma anche pretendendo rispetto
Coraggio nel compiere scelte anche rischiose, come ad esempio lasciare un lavoro che non ci soddisfa, per cercare di realizzarci percorrendo nuove vie.
Coraggio nel difendere i propri diritti: questo significa perlomeno che esista una paga, che ci siamo degli orari più o meno rispettati, delle mansioni più o meno chiare
Coraggio, infine, nel non cadere vittime dello schemino su cui tanti lucrano, quello che ci mette tutti contro tutti, ci spinge a entrare in competizione e perfino odiare il nostro simile, che subisce le nostre stesse angherie, perdendo di vista tutto il resto
Se siamo finiti nella situazione attuale è anche colpa di chi ha sempre accettato tutto questo senza fiatare. Facendolo ha fatto un danno a sè stesso, ma anche agli altri, a quei pochi che ancora il coraggio nella vita hanno voglia di mettercelo