Per la serie “ognuno combatte le battaglie che si merita”, dopo aver cercato di sobillare l’opinione pubblica per diversi giorni riguardo ad una battuta postata su Facebook, ora il PD cambia bersaglio: l’affidamento della struttura sportiva de La Nave da parte dell’Amministrazione Comunale alla società sportiva Arezzo Calcio non avrebbe seguito in maniera del tutto rigorosa le procedure burocratiche previste dai vigenti regolamenti.
A seguito delle spiegazioni e dei chiarimenti effettuati nel Consiglio Comunale del 28 aprile da parte dell’Amministrazione e dello stesso Segretario, ogni dubbio su legittimità e correttezza dell’operato dovrebbe essere definitivamente fugato, come ha ammesso anche lo stesso consigliere del PD, Moreno Ceccherini, che aveva chiesto lumi in proposito.
Pertanto quello che a noi interessa in questa sede è evidenziare di che cosa sia composta l’opposizione politica del PD castiglionese: di aria fritta.
Anche perché è vero che la forma è importante, perché serve ad evitare illeciti e favoritismi, ma crediamo che la sostanza sia ben più fondamentale.
E la sostanza è che un’area sportiva poco curata e sotto utilizzata sta per diventare un centro nevralgico dello sport locale. Il tutto senza costi per la collettività e senza sottrarre un metro quadrato di spazio alle attività sociali e ricreative della frazione, ma migliorando e incrementando anche queste. Inoltre ciò consentirà di avere una nuova visione e maggiori opportunità ad una frazione che, dopo la chiusura della Sadam, ha patito in modo pesante la contrazione dei consumi e delle presenze dei non castiglionesi.
Il fatto che il nostro Sindaco sia nell’organigramma dell’Arezzo Calcio, ha sicuramente contribuito a questa scelta: infatti la società avrebbe potuto scegliere anche altre zone, c’era la fila… Ma perché si possa parlare di conflitto d’interessi, egli dovrebbe ricavare un vantaggio di qualunque tipo da questa vicenda, mentre ad averne giovamento saranno invece in primis i cittadini castiglionesi e comunque tutti gli abitanti della Valdichiana, che ospiteranno un luogo nel quale l’unica società sportiva professionistica della provincia potrà svolgere parte delle proprie attività.
Ma poi il PD che lancia queste provocazioni è lo stesso che ha avuto assessori che giudicavano anche su pratiche da loro stessi presentate? E’ lo stesso che ha prestato la carta intestata del Comune per attestare l’avvenuta realizzazione di opere pubbliche che in realtà non sono mai state realizzate? E’ lo stesso che non ha mai preso le distanze da un passato ingombrante e devastante per la collettività, che anzi, a seguito di una recente sentenza della Corte dei Conti, sono corsi (a nostro avviso prematuramente) a cercare di beatificare? Anzi, peggio: è quello che dice di averlo fatto e di averli pubblicamente criticati, mentre invece nessun comunicato e nessuna dichiarazione ufficiale (tanto meno in sede di Consiglio Comunale, le cui registrazioni sono pubbliche e disponibili sul sito del Comune, quindi accessibili a chiunque) è mai andata in questa direzione?
Sì, sono proprio loro. Quelli che, come nel libro Il Gattopardo, fingono di cambiare tutto affinché nulla cambi. Quelli che, nel peggior solco della cultura postsessantottina, si trincerano nell’ipocrisia e nella retorica delle parole, disinteressandosi di ciò che invece deve essere la stella polare di ogni linea politica che si rispetti: i fatti.
E non quei fatti accuratamente selezionati, tali da ricompensare alcuni e da punire altri, ma quelli che vanno nell’interesse dei cittadini complessivamente intesi, come collettività.
E’ chiaro che questo principio, che dovrebbe essere del tutto normale, appare rivoluzionario in un contesto avvezzo alle peggiori nefandezze ed agli intrallazzi più volgari. Ma è quello che Libera Castiglioni aveva promesso in campagna elettorale e che non può esimersi dal realizzare.
Chi non ci sta fa bene a non sostenerci: i nostri interlocutori non possono essere loro, ma la gente onesta, operosa, piena di orgoglio e di spirito d’iniziativa. Insomma, la stragrande maggioranza della nostra cittadinanza.