Pale eoliche nel monte Ginezzo?
E’ arrivata in questi giorni, dopo ben 4 anni, la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dalla ditta Acciona in opposizione al diniego formulato dalla Regione Toscana per la costruzione della centrale eolica sul Monte Ginezzo nel territorio del comune di Cortona.
L’azienda spagnola, come si ricorderà, aveva presentato un progetto per la realizzazione di un parco eolico che prevedeva la messa in opera di 16 aereogeneratori da 2,5 Megawatt in grado di produrre l’energia elettrica sufficiente per il fabbisogno delle attività produttive e della popolazione presente nel territorio del Comune
La sentenza, nonostante le controdeduzioni presentate da Acciona, ha ribadito il principio dell’autonomia dell’ente territoriale che può decidere la presenza o meno di detti impianti. Nonostante la possibilità che la Regione Toscana possa modificare, in qualsiasi momento, la propria posizione, le possibilità di vedere realizzato il parco eolico sul Monte Ginezzo sono ridotte al minimo in considerazione dell’attuale diversa situazione economica, molto meno favorevole di quella di quattro anni fa per grandi investimenti di questo tipo.
Lasciatemi dire, visto che le mie posizioni sull’argomento sono note, che a mio avviso si è trattata di un’occasione persa per la comunità Cortonese che, dopo la centrale solare realizzata a Malalbergo, poteva sfoggiare anche un parco eolico all’avanguardia a Ginezzo.
L’Auto Elettriche ad Arezzo arriveranno
Se non tra un mese, sicuramente tra tre, ma arriveranno così assicura nei quotidiani di oggi l’assessore Dringoli del Comune di Arezzo. Grazie ad un contributo Regionale di 470.000 Euro arriveranno ad Arezzo 24 auto elettriche da due posti e 6 veicoli da trasporto merci Kangoo. Saranno messe in opera anche 6 colonnine elettriche per rifornirli. Le 24 auto elettriche a due posti ed i 6 veicoli elettrici verranno impiegati per il car sharing a servizio della città, dei cittadini e delle aziende.
Il solare che ti salva la vita – A Gaza ospedale elimina i blackout grazie al fotovoltaico
Un ospedale 100% solare è stato costruito a Gaza. Il Jenin Charitable Hospital, che riceve energia grazie a un impianto fotovoltaico sul tetto della struttura ed è operativo dal novembre scorso, è stato progettato e realizzato dall’Ong Sunshine4Palestine (S4P). L’impianto consente al nosocomio di essere autonomo, dal punto di vista energetico, per 17 ore al giorno e di servire un bacino di 200mila persone, quelle del quartiere di Shijajia, uno dei più poveri e martoriati dagli attacchi di luglio e agosto 2014. L’impianto permette al Jenin Charitable Hospital di affrontare la carenza e l’interruzione di energia elettrica che affliggono il territorio della Striscia di Gaza, una vera piaga, per questo motivo abbiamo deciso di intervenire
I rifiuti speciali in Italia sono quattro volte quelli urbani
La quantità di rifiuti speciali prodotti in Italia è quattro volte quella dei rifiuti urbani e se, da un lato, diminuisce leggermente la quantità di rifiuti speciali definiti “non pericolosi”, dall’altra aumenta quella dei “pericolosi”, talvolta provenienti da attività economiche “non individuate” o “non censite” nei parametri Istat. Sulle modalità di raccolta, trattamento e smaltimento l’Italia presenta un quadro a macchia di leopardo e non tutte le regioni si dimostrano virtuose. La produzione nazionale dei rifiuti speciali si è attestata, rispettivamente, a 137,2 milioni di tonnellate e a circa 134,4 milioni di tonnellate. Il quantitativo di rifiuti speciali pericolosi nel 2012 ha raggiunto invece quasi 9,4 milioni di tonnellate. Di queste, circa 1,2 milioni di tonnellate sono relative ai veicoli fuori uso e quasi 12mila tonnellate arrivano da attività non determinata secondo i parametri Istat.
La carta del futuro userà bottiglie di plastica riciclate come materia prima
Dal Messico arriva un metodo innovativo che sfrutta l’energia solare per riciclare le bottiglie di plastica trasformandole in carta “minerale”. I fogli ricavati sono del tutto impermeabili e biodegradabili e possono essere destinati a molteplici scopi, dalla stampa di libri alla produzione di scatole per imballaggi. La prima fase per trasformare la plastica in carta consiste nello “schiacciare” le bottiglie con pietre di carbonato di calcio per ridurle a pellet, vale a dire piccole sfere di PET (polietilene tereftalato). La miscela che ne deriva viene poi sottoposta a un processo di fusione per formare fogli di grandi dimensioni costituiti da una carta biodegradabile nel giro di sei mesi. La carta “minerale” è più forte di quella normale – tanto che non si può rompere con le mani, è impermeabile e assorbe solo la quantità necessaria di inchiostro durante la stampa. La carta “pietra” è composta all’80% da carbonato di calcio, ampiamente disponibile in natura, e al 20% da resine naturali. L’obiettivo del processo ideato dagli imprenditori messicani è quello di ridurre l’abbattimento di alberi e risparmiare fino a 56mila litri di acqua per ogni tonnellata di carta prodotta. Una soluzione sostenibile e rispettosa dell’ambiente che tra le altre cose abbatte anche i costi di produzione.
Grande idea. In Finlandia creata la carta da parati solare
Case ancora più rinnovabili grazie alla speciale carta da parati solare. Un’equipe di ricerca finlandese ha sviluppato un pannello solare organico e flessibile. Il progetto pilota, creato dal team del Vtt Technical Research Centre, può essere utilizzato, per esempio, per la produzione di energia elettrica per l’illuminazione interna delle case. Secondo gli ideatori del progetto, gli speciali pannelli potranno essere posti su finestre, pareti, automobili, dispositivi e cartelloni pubblicitari. Innovativo anche il metodo di fabbricazione: come riporta Scientist America, questa è la prima volta che pannelli fotovoltaici biologici (Opv – fotovoltaico organico) vengono realizzati in forma di strisce utilizzando un metodo di stampa che consente la produzione di massa rapida del prodotto. Il pannello solare prodotto con la tecnologie a rotocalco e serigrafia del Vtt è spesso solo circa 0,2 millimetri, e comprende gli elettrodi e gli strati di polimeri in cui viene raccolta la luce del sole. Inoltre, per migliorare il suo aspetto visivo è possibile stampare una diversa grafica a seconda dei gusti personali. Con il design attuale, la superficie attiva di un foglio solare è 0,0144 metri quadrati; un set di duecento fogli Opv può collettivamente fare un metro quadrato di superficie che è in grado di generare – in latitudini mediterranee – 3,2 ampere di elettricità (10,4 watt di potenza).
Energia dagli scarti della produzione dell’olio d’oliva
Dopo due anni di lavoro è stato realizzato un primo impianto prototipo a Granada, in Spagna, che produce elettricità recuperando gli scarti della produzione dell’olio d’oliva. L’impianto pilota spagnolo è il risultato delle ricerche del KTH Royal Institute of Technology e genera elettricità per coprire una parte del fabbisogno dell’impianto di produzione di olio di oliva presso il quale è stato realizzato ovvero quello della cooperativa di San Isidro de Loja. Attualmente, il sistema si aggira su 1 kW di potenza, ma i soci del progetto, tra cui la svedese PowerCell Sweden AB, hanno intenzione di finanziare un nuovo impianto di 200 kW o sufficiente a soddisfare il 50% del fabbisogno dell’impianto di produzione di olio. L’impianto converte gli scarti della produzione in energia elettrica passando per tre fasi: durante la prima gli scarti vengono raccolti in un digestore per la produzione di biogas, nella seconda il biogas viene convertito in anidride carbonica e idrogeno, e nella terza e ultima parte viene aggiunto ossigeno per la produzione di elettricità. Nel corso di queste tre fasi viene anche smaltita la tossicità contenuta negli scarti dell’olio di oliva, che in questo caso contiene pesticidi e sostanze chimiche.