{rokbox title=| :: |}images/apt1.jpg{/rokbox}Le APT, Aziende di Promozione Turistica organizzate su scala provinciale, restano o spariscono? Il dubbio viene in seguito al ‘piano risparmi’ annunciato recentemente dal neo-Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Secondo Rossi le agenzie di promozione turistica a cui la Regione passa ogni anno 14 milioni di euro e che, sottolinea Rossi, spendono metà del loro budget per pagare il personale dovrebbero quantomeno perdere gran parte delle loro funzioni se non addirittura essere cancellate del tutto. Tutto il lavoro di promozione dovrebbe infatti essere svolto da una sola agenzia, Toscana Promozione, mentre alle Province sarebbe affidata l’accoglienza e l’informazione turistica locale.
La notizia è arrivata e fa discutere anche a Cortona, visto che durante l’inaugurazione di CortonAntiquaria lo stesso Presidente APT Raffaelli ha parlato della possibile scomparsa delle Apt sottolineando che questa attualmente in corso potrebbe essere l’ultima mostra dell’antiquariato organizzata col lavoro organizzativo dell’agenzia di promozione turistica aretina.
Senza entrare nel concreto dell’operato e dell’utilità delle Apt, sui cui ovviamente ci sarebbe da discutere e sui cui spesso abbiamo esternato le nostre personali opinioni, le domande che sorgono sono molte. Innanzitutto c’è da chiarire per bene il tema dei soldi risparmiati e della nuova forma organizzativa. Poi c’è da capire se ha senso, in Toscana, voler risparmiare sulla promozione turistica visto che proprio il turismo è uno dei settori fondamentali dell’economia.
Il risparmio, si dice circa 9 milioni di euro per la Toscana, si concretizzerà davvero? La ri-organizzazione sarà reale o si ridurrà a poco più di una mera operazione di re-styling, magari con sede provinciali di Toscana Promozione che di fatto ricalcheranno la struttura delle Apt? L’impegno delle Province con cosa sarà finanziato? Cosa cambierà poi nel concreto, in meglio, dal punto di vista della qualità del servizio offerto e del lavoro svolto per le singole collettività? La nuova entità regionale saprà svolgere al meglio le sue funzioni o al risparmio si unirà un qualche peggioramento della situazione?
Il rischio, lo diciamo per ipotesi, è quello che si crei un vero vuoto di risorse e professionalità a cui dovranno rimediare i Comuni, che però si sa bene in quali difficili acque si ritrovino sul piano economico. Una gestione a livello Regionale rischia forse di escludere alcune zone, oppure i comuni più piccoli, che dovrebbero poi tentare di rimediare consorziandosi, esternalizzando i servizi e provando a unire le forze, cosa in sè assolutamente auspicabile, ma di certo non da cercare ‘obtorto collo’ in situazioni che magari non si prestano a questo.