Un personaggio molto caratteristico che si è, per così dire, esibito sui nostri campi da gioco, è stato l’ecuadoregno, primo caso in Italia, Ivan Kaviedes, sbarcato al Perugia di Luciano Gaucci. Arrivato con grandissime prospettive, per 43 reti messe a segno in 36 partite nella rinomatissima (!) squadra ecuadoregna dell’Emelec, il presidentissimo del grifone umbro non si lasciò sfuggire quest’ennesimo colpo a sorpresa.
Su di lui erano riposte grandissime aspettative, ma queste rimasero ampiamente deluse. Del Kaviedes calciatore perugino queste sono le misere cifre: 4 goal in 14 partite, con buona pace di chi aveva investito in lui.
Ma voi pensate che finisca qua la storia di Ivan Kaviedes? Vi sbagliate alla grande, perché la punta sudamericana è rimasta famosa per ben altri avvenimenti, in terra umbra e non. Pensate solo che il suo soprannome fu quello di “ Inseminator “…tre figli con tre donne diverse, così narra la leggenda.
Anche nella sua Nazionale ebbe modo di ergersi a protagonista più per le sue curiose estrosità che non per le sue imprese sul rettangolo verde: dopo aver segnato un goal contro la, o il, Costarica, tirò fuori dagli slip una maschera da Uomo Ragno (!) e la indossò in memoria di Otilino Tenorio, un suo compagno di squadra scomparso in un incidente stradale il 7 maggio del 2006, proprio perchè quest’ultimo era solito esultare in questo modo, per così dire, bizzarro. Calcisticamente parlando, dopo Perugia e qualche campionato non propriamente esaltante in terra iberica, lusitana ed anglosassone, se ne tornò in Sudamerica dove, comunque, non riuscì più ad esprimere quello che era sembrato ai tanti un grandissimo talento. Argentina, Messico ed Ecuador non gli ridettero quel talento ormai perdutosi in terra italica.
Come può essere definito Ivan? Una sorta di zingaro, visto che non è mai riuscito a mettere radici ne’ in campo calcistico ne’ in quello sentimentale.
Stefano Steve Bertini