Il progetto di impiantare l’olivocoltura super intensiva in Val di Chio porta a interrogazioni e riflessioni. Sono state valutate le ricadute sull’ambiente? La sostenibilità? L’impatto sul nostro Paesaggio? La biodiversità? Le ricadute sull’ambiente sono inevitabili a meno che questo tipo di agricoltura sia gestito con tecniche biologiche, non essendo precisato lascia a pensare che si tratterà di super coltura intensiva con uso importante di fertilizzanti e di pesticidi chimici per un buon rendimento.
Dal parere di esperti risulta che la coltura intensiva degli olivi rappresenta una delle principali cause dell’erosione del suolo con conseguente impoverimento, il quale richiederà sempre maggiore fertilizzanti, e pesticidi chimici, provocando ricadute negative sulla biodiversità della flora e della fauna, con degrado del Paesaggio e degli habitat e inquinamento delle falde acquifere .
Questa nuova agricoltura ha un obiettivo strettamente economicistico, che non prende in considerazione le numerose e negative ricadute sull’ambiente, sulla biodiversità e sul paesaggio.
L’olivocoltura super intensiva può comportare fino a 1600 piante per ha, anche se le piante sono di dimensioni minori, gli impatti saranno considerevoli.
La qualità dell’olio sarà inferiore, allora che ne sarà del rinomato olio toscano? Quale futuro per l’olio da coltivazioni tradizionali??
La conservazione del paesaggio storico toscano, mondialmente conosciuto per la sua bellezza è la ricchezza per la Toscana, va conservato e salvato come va salvata la biodiversità. Va conservata l’olivocoltura tradizionale e di conseguenza vanno salvati i terreni coltivati ad olivi per evitare l’ulteriore abbandono che è già in atto, specialmente nelle aree collinari per evitare gravi problemi futuri.
Non possiamo dire addio a tali ricchezze in una regione come la Toscana dove gli agricoltori da tempo hanno saputo sviluppare con la coltura promiscua un paesaggio unico, ma valutiamo seriamente le conseguenze e chiediamo agli Enti preposti alla salvaguardia e alle Amministrazioni locali di sostenere con efficacia l’olivocoltura tradizionale riconoscendo il ruolo fondamentale degli agricoltori nel tutelare valori e beni, patrimonio di tutti, salviamolo. Questi sono i custodi delle nostre colline! Considerando l’aspetto idrogeologico e la sua importanza, l’abbandono dei terreni collinari sarebbe un disastro come ne vediamo oramai tanti purtroppo, è un aspetto che va valutato con urgenza e impegno.
ITALIA NOSTRA VALDICHIANA