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Archiviata, forse definitivamente, la vicenda-Ceccarelli al centro del dibattito politico locale c’è adesso la gestione del servizio idrico con la manifestazione di ieri ad Arezzo con Sergio Staino e Alex Zanotelli nella quale è stata lanciata la raccolta firme per un referendum che va nella direzione della ripubblicizzazione. “Contro i mercanti dell’acqua”, dice il comitato che ad Arezzo ha già raccolto un migliaio di firme fra cui quella del Sindaco di Arezzo Fanfani . A questo tema già da tempo su questo sito avevamo posto grande attenzione proponendo anche un sondaggio nel quale le posizioni favorevoli alla ripubblicizzazione avevano raccolto la maggioranza dei consensi.
Beandoci sul fatto di essere stati anche stavolta lungimiranti vi rilanciamo quel sondaggio, proponendo un paio di spunti di riflessione.
In questo momento, con la campagna referendaria appena partita, c’è sicuramente da divertirsi per giornalisti e appassionati di poltiica. Restano però da capire due cose, ed è il tema su cui sarà più opportuno spendere tempo da qui in avanti, aldilà degli slogan e delle posizioni “a sorpresa” di alcuni amministratori locali. La prima necessità è quella di capire come si porranno di fronte a questo problema le varie forze politiche, specialmente rapportando quelle che potranno essere le posizioni su scala locale e quelle esistenti su scala nazionale e considerando le scelte che sono state effettuate negli anni passati delle quali l’attuale situazione, anche aretina, è una diretta e logica conseguenza. Soprattutto ci sarà però da capire quale possa essere la proposta concreta e il più possibile condivisa di riorganizzazione che potrà emergere nel caso il referendum andasse in porto. Il governo, infatti, va in una direzione totalmente opposta a quella dei referendari, ma anche la situazione attuale, lo “status quo” esistente, presuppone impegni presi a lungo termine e una direzione di fondo che non si può certo cancellare con un colpo di spugna.
Riciclando quindi una frase letta in questi giorni per altre tematiche suggeriamo di passare immediatamente “dalla protesta alla proposta”, in modo da chiarire subito le posizioni ed evitare che certe battaglie e certi temi si riducano a meri palcoscenici di maniera senza conseguenze concrete e collettivamente utili.