{rokbox title=| :: |}images/bianconi.jpg{/rokbox}Dopo le pesche del PD di venerdì scorso un altro aretino si è distinto per essere riuscito a ‘fare notizia’ sul piano nazionale. E’ l’onorevole del PdL Maurizio Bianconi che in un’intervista sulle pagine de ‘Il Giornale’ ha rivolto una forte critica al Presidente della Repubblica. ‘Tradirebbe la costituzione fingendo di rispettarla’, ha detto Bianconi commentando l’ipotesi di governo ‘tecnico’ che traghetti il paese a fine legislatura.
Badate bene, ho scritto ‘forte critica’, perchè questa è l’impressione che ne ho tratto.
Nulla di più o di meno. All’indomani dell’episodio, e dopo la risposta del Presidente, si è invece scatenato il solito polverone che riverbera anche sul locale, con tanti esponenti e militanti di sinistra che fanno la gara a chi urla più forte contro l’avvocato aretino, dandogli più o meno sommessamente dell’analfabeta, ma accusandolo anche di aver compiuto il ‘peccato mortale’ di attaccare Napolitano. Sono d’accordo sul fatto che sarebbe bello che Arezzo una volta tanto riuscisse a fare notizia per altre cose più interessanti e utili al territorio, ma non capisco queste reazioni così esagerate.
In una Repubblica Democratica come dovrebbe essere l’Italia, esiste la libertà di pensiero e di espressione. Il Capo dello Stato ha determinate tutele, ma da nessuna parte sta scritto che verso di lui non si possano esternare delle critiche mettendo in dubbio la correttezza del suo operato. Tutto si può fare, entro certi limiti. Bianconi ha superato certi limiti? La premiata ditta Di Pietro-Travaglio per mesi e mesi ha attaccato Napolitano, imboccando accuse a decine di migliaia di replicanti del web con puntate di ‘Passaparola’ e slogan semplificatori riverberati di blog in blog e di profilo in profilo su Facebook. Un po’ più riflessivi e contenuti quelli del PD, che hanno sempre difeso il ‘loro’ Napolitano, ma espressioni come ‘tradire la costituzione’ ogni tanto le hanno piazzate, magari riferendosi a Berlusconi. Poi Berlusconi stesso a Napolitano ne ha dette di tutti i colori e in ogni salsa. E che dire di Feltri e dei suoi editoriali avvelenati e i suoi super-titoloni in prima pagina?
Insomma: è odiosa la politica urlata e dai toni forzatamente alti, sarebbe l’ora di smettere, ma Bianconi dal suo punto di vista ha ragione a dire di non aver detto niente di eccezionalmente grave. Nell’Italia di oggi questa è davvero ‘robbetta’. «La parola tradimento fa parte dello sbrigativo linguaggio giornalistico» dice l’avvocato aretino al ‘Corriere della Sera’. Come dargli torto?