{rokbox title=| :: |}images/fleming1.jpg{/rokbox}Ho letto e pubblicato con piacere l’articolo del “Bàstia” sul Tuscan, impreziosito da un paragone (la Ferrari con l’impianto a metano) che sicuramente non è campato in aria e perlomeno denota una certa fantasia. Registro con piacere che anche quest’anno siamo stati l’unico mezzo stampa a cercare di fare un po’ di dibattito oltre ai soliti comunicati di lancio e/o recensioni forzatamente benevole. Molto bene. Per il resto che dire? In giro per Cortona in questi giorni si parla tanto di questo festival, il cortonese medio in generale oscilla fra il favorevole e il lamentoso, si sente un po’ escluso, lo avverte come un corpo estreneo, ma riconosce che se non ci fosse non sapremmo cosa inventarci per ottenere gli stessi risultati di popolarità e presenze turistiche.
Mi si chiede spesso cosa pensi del Tuscan, e so di deludere molti quando cinicamente alle critiche pur legittime preferisco la fredda constatazione che questo festival è il prodotto naturale, la classica “ciliegina sulla torta”, di un certo modo di intendere il turismo intrapreso in questi anni. Avremmo potuto fare scelte diverse, preferendo ai girasole e alla retorica alla Frances Mayes qualcosa di diverso. Non l’abbiamo fatto. A questo punto c’è poco da lamentarsi, e non è detto poi che scelte strategiche diverse avrebbero prodotto risultati migliori.
Adesso alla fine di questa edizione 2010 si tirano i bilanci, che come sempre nelle dichiarazioni post-festival stilate dagli uffici stampa sono trionfali. 3000 biglietti staccati, grandi artisti, grandi spettacoli, grande successo. Aldilà di certe strombazzature a cui ormai nessuno riesce più a sottrarsi c’è da prendere atto di almeno una cosa, che il Tuscan il prossimo anno ci sarà e sarà a Cortona, una certezza in controtendenza rispetto a tutti gli anni passati quando il ritornello era sempre lo stesso… “probabilmente è l’ultimo anno, l’anno prossimo vanno altrove”. Il Tuscan quindi resta, e probabilmente rimarrà la solita kermesse con un cartellone classico con spettacoli ad alto costo rivolti più che altro a distinti signori di mezz’età principalmente americani che dopo aver riempito i nostri agriturismi e alberghi sfileranno a mezzogiorno con l’abito da sera. Il patron del festival parla però di grandi novità. Innanzitutto più location, e in effetti stare al chiuso al Teatro era piuttosto mesto. Poi anche qualcosa di più contemporaneo. Finalmente….chissà che per una sera non si metta il turbo al posto del GPL. Più arte, più performances…e se sono come quella di Daze di quest’anno si può sperare in qualcosa di buono. L’unico rammarico è la sparizione dell’idea di collaborare col Sundance Festival, di cui ormai da tempo non si parla più.
Comunque l’appello per i cortonesi frustrati, specialmente quelli più giovani, è sempre lo stesso. In fondo il Tuscan ci piove addosso dal cielo e costa poco a Cortona quindi nulla vieta di cercare spazio per altre cose la prossima estate. Certo, i soldi sono tutti da trovare….ma se intanto ci fossero idee e proposte oltre alla critica pur lecita e spesso giusta sarebbe un bel passo avanti.