Silenzio. Silenzio assordante. Immobile. A un mese dalle elezioni i problemi e le questioni sollevate da tanti all’interno del PD sono ancora lì, ignorati, un po’ per cecità e un po’ per salvaguardare vecchi privilegi. “La democrazia va praticata e sempre rinnovata nei contenuti e nella classe dirigente” questa doveva essere la strada maestra per un progetto politico credibile.
Certo che a leggere i commenti del PD-Brandi (quello del buco che non c’era, sodale di Vittorio Polvani che dimentica di scrivere “coordinatore elettorale del PD”) e del PD-Fabianelli (quello dei belli, bravi, intelligenti e quindi democraticamente “unti dal signore”) si nota subito la mancanza di una vera analisi politica. Due padroni del partito, due notabili locali, due signori delle tessere ai quali volutamente sfuggono le motivazioni del risultato del 25 Maggio scorso.
Il “Partito c’est moi del Brandi” e il Partito “Renzi c’est moi del Fabianelli” rappresenta due facce della stessa medaglia. Alimentare divisioni e correnti è servito a entrambi per mancare il territorio, per rafforzare il proprio potere, per stringere accordi e spartire incarichi sulla base di una comune visione della politica: dividi ed impera. Vivere come intralcio partecipazione, regole democratiche e verità, ha reso impraticabile ogni ricambio sia nella classe dirigente che nei contenuti e nella prassi politica.
Il messaggio che è stato consegnato dalle urne invece è chiarissimo: emerge la necessità di nuovi protagonisti del centrosinistra. Non si torna indietro. Quello che il PD non è stato in grado di fare da solo è stato richiesto a gran voce dai cittadini castiglionesi.
“Nuovi protagonisti”. Questo vale per tutti, anche per chi come me ha lavorato per fare del Partito Democratico di Castiglion Fiorentino un Partito democratico rinnovato e capace di ammettere i propri errori.
Solo una fase commissariale e un tesseramento trasparente potrà contribuire al cambiamento auspicato, aprendosi all’ascolto il PD potrà recuperare dialogo con i cittadini e mobilitare volti e idee nuovi.
Da quanto tempo non c’è una riunione degli iscritti? Il confronto non è “un’inutile fatica” ma una risorsa e le posizione di minoranza devono essere accolte e rispettate e non sofferte o emarginate.
Lo dice chiaro il voto delle Europee, il PD di Castiglion Fiorentino è fatto d’iscritti, simpatizzanti ed elettori che vogliono partecipare e dire la loro su temi nazionali e locali, non basta una sede nuova, per farlo hanno bisogno di costruire una “nuova casa” “un nuovo PD” dove discutere confrontarsi e soprattutto contare.
Si dice che a Castiglion Fiorentino i cicli e ricicli della storia finiscano sempre allo stesso modo. Credoche Castiglion Fiorentino abbia bisogno di una nuova storia e di un nuovo centro sinistra, di un PD aperto e plurale, ambientalista e moderno, capace di cambiare “verso” per davvero.
Castiglion Fiorentino, 22 Giugno 2014
Brunella Alcherigi