Ho trovato divertenti, singolari e talvolta strampalate le analisi del voto amministrativo cortonese. Non mi sono presentato alle elezioni, non ho fatto campagna elettorale, non ho parlato dei programmi e delle liste perché avrei finito con l’esprimere giudizi sulle persone e non era giusto. Ha vinto la Sinistra al primo turno e di questo dobbiamo prendere atto perché è una realtà incontrovertibile. L’unica vera variabile per arrivare ad un ballottaggio dagli effetti imprevedibili era il risultato del Movimento Cinque Stelle che avrebbe dovuto confermare il risultato delle politiche e strappare voti alla Sinistra.
Qualunque osservatore attento avrebbe escluso questa possibilità perché il voto amministrativo risente inevitabilmente di problematiche locali, di interessi noti e ben radicati, dell’importanza delle liste per veicolare il consenso.
Per avere una speranza di vittoria occorreva un colpo d’ali ed una scarica di adrenalina. Bisognava dare un segnale fortissimo di cambiamento all’opinione pubblica, bisognava coinvolgere tutte le forze politiche alternative alla Sinistra o sedicenti tali in un percorso comune per raggiungere l’obiettivo auspicato.
Niente di tutto questo, hanno prevalso i personalismi, rancori personali mai sopiti, voglia di rivalsa e la campagna elettorale è stata soporifera ed inconsistente.
Bisognava avere la volontà e la capacità di mettere intorno ad un tavolo a ragionare quei soggetti politici che detengono il consenso e sono ben radicati nell’opinione pubblica cortonese.
Ora scopriamo che Meoni è più bravo di Manfreda ma questo obiettivamente non interessa a nessuno.
Quando sono riuscito a presentarmi nel 1999 e nel 2004 con una lista che sosteneva la mia candidatura ho conseguito il 4% dei voti e furono 599 i voti al Sindaco Turenci vittima illustre del voto disgiunto visto che l’ultimo consigliere fu assegnato al PD con 535 voti e la mia lista si fermò a 528.
Alle ultime provinciali questa percentuale è stata confermata in entrambi i collegi cortonesi.
Alle prime elezioni politiche con l’uninominale sono arrivato addirittura al 5% con la Fiamma Tricolore e mi sembra impossibile, se proprio si vuol vincere, escludere una persona così.
Non sono un politico di professione e devo fare i conti con il lavoro che mi trattiene a Firenze tutto il giorno e con gli impegni familiari.
Due anni fa, a casa mia davanti a tantissime persone, proposi a Meoni un percorso comune, una sola lista, un simbolo da studiare insieme, un programma sul quale ritrovarci.
Nei successivi incontri, anche a pochi mesi dal voto, il simbolo ed il nome della sua lista che ricorda sinistramente il partito di Fini, “Futuro per …..” sono diventati intangibili.
In verità non ha mai escluso un’alleanza elettorale con il sottoscritto: mi ha sempre detto “fai la tua lista e collegala alla mia candidatura”. Non sono riuscito a mettere insieme una lista credibile e rappresentativa del territorio, ho trovato soltanto 9 persone disponibili e ho dovuto rinunciare alla sua presentazione. Ha aperto la sua lista a tutti ma non a me.
Forza Italia, ha deciso di modificare il suo simbolo, per la cui presentazione occorre l’autorizzazione del segretario nazionale, inserendo la dicitura “Rinnovamento per Cortona” ed ospitare un consigliere comunale uscente in grado di portare molti voti.
Per Meoni niente di tutto questo, con la motivazione che i suoi collaboratori non lo consentivano.
L’unico modo per conseguire un risultato positivo era coinvolgere e non escludere, portare al voto i moltissimi scontenti e sfiduciati che sicuramente non avrebbero votato a sinistra.
Ne conosco moltissimi ed io stesso non sono andato a votare perché non mi sono sentito rappresentato da nessuno.
Alzandosi la percentuale dei votanti, il 51,18 % dei voti conseguito dal candidato della sinistra avrebbe avuto un peso minore ed il ballottaggio sarebbe potuto diventare una realtà concreta.
Tutte le volte che sono riuscito a candidarmi da questo Centro Destra frantumato e rissoso ho dovuto sentire dichiarazioni incredibili: non rappresentavo niente, ero incapace di formulare proposte, mi presentavo soltanto per fare un dispetto all’opposizione e fare un piacere alla Sinistra.
Ora l’ “impresentabile Turenci” non c’era e a fare un dispetto alle speranze mal riposte della gente è rimasta l’insipienza e l’inconsistenza dell’opposizione locale.
Si stanno riducendo gli spazi per far politica e la possibilità di essere rappresentati.
Sono scomparse da Cortona, nell’indifferenza generale, le bacheche dei partiti dalle quali era possibile lanciare un messaggio politico alla gente.
Ho accolto questa notizia con un ghigno beffardo e scuotendo la testa perché per quarant’anni quella bacheca è stato davvero l’unico strumento che ho avuto a disposizione.
Cambiando gli scenari e venendo meno gli strumenti, bisogna avere il coraggio di ripensare alle strategie politiche anche se tutto passa inevitabilmente attraverso una presa di coscienza popolare indispensabile se si vuole perseguire il cambiamento.
La politica è impegno quotidiano e concede pochissimo all’improvvisazione.
Molti sono capaci a criticare, pochissimi sono disposti a fare qualche sacrificio per difendere le idee che dicono di avere.
La Sinistra amministrerà Cortona per altri cinque anni e riesce difficile farsene una ragione pensando alle urgenze del nostro territorio, ai tanti problemi non risolti, alle esigenze della popolazione che rimangono in gran parte insoddisfatte.
Con un pizzico d’intelligenza ed un po’ di lungimiranza si poteva fare meglio.
Hanno prevalso gli interessi di bottega, la cattiveria e la volontà di escludere.
Pazienza.
Mauro Turenci