A due anni dalla rappresentazione di “Creando un paìs para Alicia” sulla vita di Lewis Caroll, che ha avuto un notevole successo di pubblico e critica e numerose repliche, Sabato, 10 maggio al Teatro “Espacio Aguirre ” di Buenos Aires verrà rappresentata, in prima mondiale, nuova opera di Giuseppe Cafiero (tradotto da Wenceslao Maldonado) “Anima Joyce””, a cura della compagnia Teatrale “Quinto Piso” e con la regia di Daniel Godoy.
Giuseppe Cafiero, napoletano di nascita ma toscano di adozione, vive ormai da molti anni a Lucignano dove è molto conosciuto anche per la sua passata esperienza di assessore alla cultura, forse meno per la sua attività di scrittore e studioso letterario.
Giuseppe Cafiero ha fatto riedizioni, liberi adattamenti, riduzioni per la radio, traduzioni dal francese. Lo spettro di autori è ampio, da Shakespeare a O’Neill, da Raspe a Daudet, da Toller a Brecht. Ha scritto per il teatro e la radio, collaborando anche con la RAI, con la Sveringes Radio e con Australian Broadcasting Corporation.
Le sue opere sono tradotte e pubblicate all’estero come testimonia l’interesse per i suoi lavori in Argentina.
ANIMA JOYCE è già stata radiotrasmessa da: RADIO DELLA SVIZZERA ITALIANA, RADIO SVERIGES (Radio Svedese), AUSTRALIAN BROADCASTING CORPORATION (Radio Australiana), RADIO SLOVENA
“ANIMA JOYCE” è incentrata su rapporto fra lo scrittore James Joyce e sua figlia Lucia. Un amore che smarrisce ruoli e costumanze, che mescola, alla rinfusa, sentimenti sino a far dimenticare i sentimenti stessi. Ecco poi apparire i fantasmi di una vita. Spettri e personaggi che sono ormai spettri solleciti a farsi corifei di un dramma sottile e sconsolante dell’amore di un padre verso la propria figlia, dell’odio feroce e imperdonabile della figlia verso il proprio padre.
I fantasmi-ricordi si assuefanno al dramma per cedere il campo alla schizofrenia e lasciare che un personaggio equivoco e ambiguo, come William Blake, diventi Sibilla e predica futuri che cercano di riaffermare un possibile ordine della ragione o dar senso alla necessità di recuperare appieno l’uomo in tutta la sua straziata e stupenda essenza alla ricerca di sentimenti pacificati e equilibrati.