Quest’anno la bella signora che chiamiamo Libertà, nata per le strade e per i boschi della nostra Italia, compie sessantanove anni (per noi toscani settanta!). Peccato per Lei che non sia una signora in carne e ossa, e che oggi con le migliaia di cure a disposizione non appaia sempre giovane e bella nonostante l’età!
Eh già, perché purtroppo i suoi “chirurghi estetici” che tutti gli anni le dovrebbero “fare il lifting” si sono un po’ dimenticati di lei, non festeggiandola in modo adeguato, non ricordando i suoi compleanni che non hanno avuto solo il significato della gioia della Liberazione, ma anche del dolore del sacrificio dei padri di famiglia e dei ragazzi come noi che all’epoca salirono sulle montagne per combattere le forze nazifasciste che volevano soffocare il grido delle idee democratiche.
Quei ragazzi che per noi hanno visto spezzata la loro giovane vita, e quei padri, che come Paolo “hanno vissuto per noi, per un’ideale di libertà e giustizia”, affinché noi oggi possiamo dire ciò che si pensa, si possano scrivere questi articoli e si possano leggere i giornali e i blog su cui saranno pubblicati.
Quelle persone che sono da considerarsi padri fondatori della nostra Italia e padri costituenti, citiamo Calamandrei quando dice: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.”
Queste sono le persone che vanno ricordate, e non solo con i festeggiamenti in questo lieto giorno, con qualche fiore e con qualche corona d’alloro, ma dando attenzione a qualsiasi fenomeno pericoloso per la libertà affinché possa essere immediatamente disinnescato per evitare il patimento di ciò che i nostri nonni subirono più di settanta anni fa.
Ci rivolgiamo in particolare alle Istituzioni Locali e al Governo, perché valorizzino gli insegnamenti sulla Resistenza, perché condannino con maggior fermezza decisioni assurde da parte di alcuni prefetti, parliamo del caso di Pordenone in cui si voleva addirittura evitare di far cantare “Bella Ciao” per motivi di ordine pubblico (da ringraziare il fatto che poi è stato fatto un passo indietro), e perché si prodighino di più per trasmettere l’importantissimo valore dell’amore per la libertà.
Ci rivolgiamo ai cittadini, perché torni ad essere consapevole della propria funzione, perché abbandoni il disfattismo del “me ne lavo le mani”, che porta a rimanere ciechi di fronte ai pericoli che incontriamo ogni giorno, perché comprenda l’importanza dell’impegno civile, perché torni a comprendere che la libertà non è un bene gratuito.
Ma soprattutto ci rivolgiamo ai giovani ancora non impegnati nella politica, perché tornino ad interessarsi della cosa pubblica, vengano ad alimentare il pluralismo delle idee, si adoperino per la collettività e costruiscano insieme a tutte le forze democratiche un’Italia più forte, più bella e soprattutto sempre più democratica.
Perché, citando un canto partigiano, è a vent’anni che la vita è “oltre il ponte” ed è a vent’anni che si dimostra l’Amore!