Il gioco delle tre carte: sei sicuro di una cosa, poi in realtà ne trovi un’altra. E quell’altra è il taglio del servizio, ma purtroppo te ne accorgi quando è tardi. E’ l’impressione personale che traggo leggendo quelli che dovrebbero essere i tagli alle forze di polizia (Il tempo, nella sua versione on line, riporta un elenco provincia per provincia), fra cui è contemplata anche la sparizione del posto di Polizia Ferroviaria di Terontola, con contemporaneo elevamento di Arezzo da ‘posto’ a ‘sezione’.
Per la stazione di Terontola, già retrocessa progressivamente dalla serie B alla C in quanto a importanza dello scalo ferroviario, è l’ennesima conferma di una tendenza al ribasso di fronte alla quale l’unica via di salvezza pare quella della fuga onirica della promessa stazione alta velocità “Media Etruria”. Come detto, però, trattasi di fuga onirica e pure contestabile nel merito, a voler essere pignoli.
Per la realtà cortonese si tratta della perdita di un presidio che, pur con funzioni limitate al controllo del frangente ferroviario, certo offre un appiglio sul fronte della sicurezza, che di suo sicuramente non versa in buone condizioni: ad esempio se la zona della stazione di Camucia è spettrale da tempo immemore è proprio per l’assenza di anima viva; il fenomeno è più limitato a Terontola proprio grazie alla Polfer. Quindi la Polfer serve.
Nonostante le espressioni anglosassoni e i giri di parole alla Conte Mascetti è chiaro ormai a tutti che le operazioni condotte dal Commissario Straordinario per la riduzione della spesa pubblica, molto crudemente e anche un po’ rozzamente, si traducono con una sola parola: tagli. E in questo caso, per Cortona, si tratta di dover rinunciare a qualcosa.
Ha senso questa rinuncia? Il risparmio di spesa giustifica la perdita di utilità sociale e di sicurezza? Non si può intervenire altrove? Non è che magari con un superstipendio di qualche boiardo di stato ridotto della metà ci si paga il mantenimento del posto della Polfer terontolese? Dispiace scadere nel qualunquismo web 2.0, ma la domanda mi sembra lecita e invitiamo chi deve decidere a porsela una volta almeno in più, per essere davvero sicuro che stia compiendo la scelta giusta
Per il resto le via di salvezza è sempre la solita: tentare di fare rumore dal basso costringendo quelli sopra a non poter far finta di nulla. Il problema deve arrivare sul tavolo giusto nel momento in cui si ripenserà a qualche ritocco: ci si riesce esercitando al meglio l’arte di arrangiarsi, dote che in Italia bisogna avere per forza.
Sul frangente locale il tema sarà sicuramente buono per la prossima campagna elettorale e da parte sua il Sindaco ha già sollevato il problema battendo di qualche centesimo di secondo l’intervento/sollecitazione dell’opposizione, ma soprattutto ha investito i nostri rappresentanti nella politica nazionale, con tanto di ministra valdarnese Boschi chiamata in causa nell’operazione-salvataggio.
Staremo a vedere