Il settore del gioco d’azzardo ancora al centro di un’iniziativa parlamentare del M5S alla Camera. La Deputata Chiara Gagnarli interroga i Ministri, Lorenzin, Padoan e Guidi, esortando una disciplina che dia alle amministrazioni locali gli strumenti per rendere più restrittivo il rilascio delle autorizzazioni all’esercizio dell’attività di gioco d’azzardo, che ormai in Italia ha raggiunto dimensioni preoccupanti con 15 milioni di giocatori abituali e più di 400 mila apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro.
Eravamo già intervenuti in passato sul problema del gioco d’azzardo – esordisce la Deputata M5S – in occasione del maxi-regalo del Governo Letta alle 10 concessionarie che hanno eluso 98 miliardi di euro, condannate dalla Corte dei Conti a pagare una multa di 2 miliardi e mezzo, ridotta a soli 611 milioni, più l’ulteriore sconto per i trasgressori che avessero voluto sanare subito il contenzioso.
La diffusione del fenomeno è sotto gli occhi di tutti. Solo nel mio Comune – svela la portavoce cortonese – nella pur piccola frazione di Camucia si contano ben quattro tra Sale da Gioco, centri ed agenzie di scommesse, alcune delle quali anche molto vicine a strutture scolastiche e centri di aggregazione sociale per anziani. Tutto ciò –spiega la Gagnarli – nonostante la legge regionale 57/2013, entrata in vigore pochi mesi fa, vieti espressamente l’apertura di sale da gioco entro un raggio di 500 metri da istituti scolastici, luoghi di culto, centri di aggregazione sociale, ed altre strutture simili.
Non abbiamo intenzione di mollare la presa – avverte la giovane Deputata. – Ho interrogato i Ministri interessati per chiedere una disciplina che dia più strumenti alle amministrazioni locali per contrastare il fenomeno, mentre il collega Baroni ha presentato una proposta di legge per la prevenzione della diffusione dei fattori di rischio del gioco d’azzardo patologico, confluita in un testo base unificato con altre proposte simili, che potrebbe approdare in Aula già ad Aprile.
Auspichiamo che il testo unificato possa proseguire speditamente il suo iter in Commissione affari sociali – conclude la giovane Deputata – altrimenti che sia il Governo, visto che stavolta ci sarebbero pure le condizioni di urgenza, a provvedere mediante Decreto legge.