In un Paese minimamente “normale”, la Provincia di Arezzo – in qualità di ente competente per la pronuncia di compatibilità ambientale sul progetto della mega-centrale a biomasse di Castiglion F.no, in Loc. Poggio Ciliegio – dovrebbe pronunciarsi con un secco ed inequivocabile no, sulla scorta degli infiniti motivi a supporto di un parere negativo: 1) L’assoluta ed insuperabile non conformità urbanistica dell’ubicazione nel sito di cui sopra (individuato autonomamente dalla Powercrop) del tutto in difformità rispetto alle linee di pianificazione (solo questo motivo varrebbe, di per sé, un pronunciamento negativo da parte dell’Amministrazione Provinciale, tale da far ritenere chiusa la pratica);
2) Il progetto presentato non c’azzecca nulla non solo con l’Accordo di riconversione dello stabilimento Sadam/Eridania del 2007, ma nemmeno con i progetti integrati (di riconversione degli ex zuccherifici in generale, ai quali sono legati i lauti finanziamenti ed incentivi pubblici) così come complessivamente e formalmente intesi e regolamentati dalla Commissione Europea e dalle normative di recepimento italiane. Questo motivo, invece, sarebbe compreso da un ragazzino di 5^ elementare: i progetti da approvare per le riconversioni degli ex zuccherifici ed i soldi da erogare ad essi correlati devono – obbligatoriamente, altrimenti si tratterebbe di altro – prevedere anche la riqualificazione completa ed il totale ripristino/valorizzazione ambientale delle aree ex zuccherifici…Ecco, di questo non c’è la benché minima traccia nel progetto presentato: sarebbe come se io chiedessi (ed ottenessi) gli incentivi per un impianto fotovoltaico sul tetto ed invece li usassi per comprare un ettaro di terra per farci un orto botanico…3) La Regione Toscana ha più volte manifestato la propria ferma contrarietà all’individuazione del sito di Poggio Ciliegio, zona agricola di pregio palesemente incoerente ed in netto contrasto con le linee strategiche paesaggistiche del P.I.T. (Piano d’Indirizzo Territoriale). Già nel luglio 2011, con Risoluzione approvata dal Consiglio Regionale, il Presidente Rossi affermò che avrebbe potuto agevolare una riconversione collocata esclusivamente nel vecchio sito Sadam/Eridania (anche per non consumare ulteriore suolo vergine); 4) L’ARPAT ha sentenziato che la zona in questione è vulnerabile ai nitrati, tale da non poter sopportare ulteriori carichi; 5) La Soprintendenza ha messo in evidenza l’impatto fortemente negativo che un’industria insalubre di 1^ classe (qual’è un impianto a combustione di biomasse) avrebbe sulle zone agricole di bonifica della Valdichiana; 6) Il Comune di Castiglion F.no ha più volte formalizzato – anche recentemente – un parere negativo alla realizzazione del piano, addirittura del tutto “indipendentemente dalla sua collocazione”, considerando un’industria di tali dimensioni incoerente ed incompatibile con il governo del territorio e soprattutto non corrispondente con il modello di sviluppo locale.
Visto quanto sopra, la Provincia di Arezzo dovrebbe pronunciare un parere negativo di compatibilità ambientale sul progetto presentato: questo ci si aspetterebbe fossimo in un paese “normale”…Ma non vorremmo che – lo diciamo senza voler accusare nessuno di responsabilità o colpe – scattassero altre dinamiche, che potrebbero trasformare il logico e conseguente no in un si: ciò comporterebbe, inevitabilmente, il ricorso a strade non più politiche per evitare ciò che – appunto – la Politica (con la P maiuscola) non è riuscita a contrastare.
Fausto Tenti (Segretario Provinciale PRC-SE Arezzo)