{rokbox title=| :: |}images/f1.jpg{/rokbox}HUNGARORING – Gran caldo, temperature elevate ed una pista che si adattava meravigliosamente bene a questa dannata Red Bull. Insomma, viste le premesse la doppietta in favore della squadra austriaca sembrava scontata ma non è stato così ed il mio personalissimo godimento è robusto.
LA PARTENZA – La partenza che non ti aspetti: davo per scontato che le due Red Bull facessero muro contro le Ferrari ed invece complice lo scatto incerto di Webber, Alonso gli sguscia via tanto da insidiare anche Vettel. Lo spagnolo lo affianca, lo sorpassa (pure) ma non basta perché la curva gli è sfavorevole ed è costretto a cedere la posizione al tedesco.
Poco male, l’avvio prometteva bene. Massa intanto aveva mantenuto agevolmente la posizione. Petrov (Renault) beffa Hamilton il quale però dopo poco si riprenderà la sua posizione. Subito dopo va in fumo il motore e la gara di Alguersuari (Toro Rosso).
La gara procede senza sussulti. Vettel detta un passo gara mostruoso e guadagna circa un secondo al giro su Alonso, come da previsione. Alonso non riesce a schiodarsi di dosso l’altra Red Bull. Però già riuscire a tenerla dietro, quella belva là, era impresa mica da ridere.
IL PECORECCIO CAOS – Al 15esimo giro il tutto viene mescolato con classe: subito dopo l’ingresso al box di Jenson Button (McLaren) che aveva deciso di anticipare la sosta, una vettura (una Force India?) perde un pezzo di alettone posteriore che rimane in mezzo alla pista. Entra la Safety-Car ed inizia il finimondo.
Entra Rosberg (Mercedes GP) per il cambio gomme ma un meccanico gli fissa male la ruota posteriore destra (o forse ha fatto cilecca il sistema di fissaggio) che rotola via lungo la corsia dei box. Il proiettile saltellante terminerà la sua corsa sul braccio di un fortunatissimo meccanico della Williams. E per fortuna è andata bene perché questa passeggiata della gomma poteva avere delle conseguenze tragiche.
Robert Kubica entra ed effettua il suo gambio gomme ma alla ripartenza si appecora alla fiancata della Force India (la vicina di box) di Adrian Sutil che stava proprio entrando nel suo spazio. L’urto è inevitabile, la scenetta molto gustosa. La colpa è del meccanico che gli ha alzato la paletta nel momento meno opportuno. Il ritiro sarà inevitabile per tutti e tre questi piloti seppur in fasi differenti.
VETTEL FURBINO O INGENUO? – Fate voi, la sostanza dei fatti è questa: il tedesco – quando la safety è ancora in pista – lascia troppo spazio libero tra sé ed il compagno Webber che non aveva effettuato la sosta. L’australiano si trovava al comando e questa manovra lo avrebbe favorito senza dubbio alla ripartenza.
Alla ripartenza, Webber comincia a martellare il cronometro con una regolarità disarmante. Al 23esimo giro viene inflitta una penalità a Kubica (Drive Through) per il papocchio con Sutil. Penalità ingiusta perché il pilota polacco non aveva la minima resposabilità dell’accaduto. Una multa al team sarebbe stata sicuramente più equa.
Tifosi ferraristi godoni nelle successive sequenze del GP: prima sono costretti con profondo rammarico a prendere atto del ritiro del leader del mondiale, Hamilton, che non poteva far altro che accompagnare la sua MP4-25 a bordo pista, poi al 29esimo giro Vettel deve scontare il DT che gli era stato comminato qualche giro prima.
Poi l’illusione di poter infinocchiare Webber che doveva ancora fare la sua sosta. Ma l’australiano avrebbe potuto correre anche con i mattoni al posto degli pneumatici e non sarebbe cambiata di una virgola la situazione in nostro favore.
Webber ritarda la sosta e nel frattempo accumula tanti secondi che gli consentono di stare davanti ad Alonso al rientro. L’asturiano resta secondo e deve difendersi dagli attacchi nemmeno troppo impressionanti di Vettel che non può far altro che accodarsi e restare dietro fino a fine gara. Il tedesco è stato anestetizzato dallo spagnolo, poche chiacchiere.
Ben più cruento il duello tra Schumacher e Barrichello per la decima posizione: il tedesco stringe al muretto il brasiliano lungo il rettilineo nel tentativo di impedirgli il sorpasso. Operazione da bandiera nera, l’ennesima macchia nera nel curriculum del tedesco.
Finisce la gara con Webber trionfatore, poi Alonso e Vettel. Medaglione di legno per Massa. Una nota di merito per Kamui Kobayashi (BMW-Sauber), partito 23esimo e arrivato nono e per quella topona bionda dal sorriso così felpato che festeggiava beata sotto al podio!!
Per la Ferrari la missione è compiuta: dovevamo avvicinarci alla vetta e lo abbiamo fatto. Adesso, come ha detto anche Domenicali, non dobbiamo mollare la presa.
RISULTATI, GP UNGHERIA, GARA:
Pos Driver Team Time
1. Webber Red Bull-Renault 1h41:05.571
2. Alonso Ferrari + 17.821
3. Vettel Red Bull-Renault + 19.252
4. Massa Ferrari + 27.474
5. Petrov Renault + 1:13.100
6. Hulkenberg Williams-Cosworth + 1:16.700
7. De la Rosa Sauber-Ferrari + 1 lap
8. Button McLaren-Mercedes + 1 lap
9. Kobayashi Sauber-Ferrari + 1 lap
10. Barrichello Williams-Cosworth + 1 lap
11. Schumacher Mercedes + 1 lap
12. Buemi Toro Rosso-Ferrari + 1 lap
13. Liuzzi Force India-Mercedes + 1 lap
14. Kovalainen Lotus-Cosworth + 3 laps
15. Trulli Lotus-Cosworth + 3 laps
16. Glock Virgin-Cosworth + 3 laps
17. Senna HRT-Cosworth + 3 laps
18. Di Grassi Virgin-Cosworth + 4 laps
19. Yamamoto HRT-Cosworth + 4 laps
Fastest lap: Vettel, 1:22.362
Not classified/retirements:
Driver Team On lap
Hamilton McLaren-Mercedes 25
Kubica Renault 25
Rosberg Mercedes 17
Sutil Force India-Mercedes 17
Alguersuari Toro Rosso-Ferrari 2
World Championship standings, round 12:
Drivers: Constructors:
1. Webber 161 1. Red Bull-Renault 312
2. Hamilton 157 2. McLaren-Mercedes 304
3. Vettel 151 3. Ferrari 238
4. Button 147 4. Mercedes 132
5. Alonso 141 5. Renault 106
6. Massa 97 6. Force India-Mercedes 47
7. Rosberg 94 7. Williams-Cosworth 40
8. Kubica 89 8. Sauber-Ferrari 23
9. Schumacher 38 9. Toro Rosso-Ferrari 10
10. Sutil 35
11. Barrichello 30
12. Petrov 17
13. Kobayashi 17
14. Liuzzi 12
15. Hulkenberg 10
16. Buemi 7
17. De la Rosa 6
18. Alguersuari 3