Il 9 dicembre rimarrà una data epocale per l’Italia e per gli Italiani. È la data che segna lo spartiacque tra un passato (recente e non) fatto di ruberie, angherie, torti e soprusi, incapacità sia di amministrare un paese sia di dare delle risposte valide agli Italiani e un futuro dove la società si dovrà confrontare solo su temi reali dando risposte concrete alle problematiche che si presentano.
Italiani che si ritrovano, colpa di una politica autoreferenziale, con pensioni da fame, senza lavoro, nessuna prospettiva nell’immediato, da sesta nazione più industrializzata nel mondo che era, ma che ora non riesce a sfamare il suo popolo che ingrossa sempre più le file della Caritas.
Questo è un paese da vergogna, non l’Italia.
Ma tutto questo finirà.
E l’inizio della fine è il 9 dicembre 2013. Una data dove tantissimi Italiani, da nord a sud, da est a ovest, si sono stufati dello stallo e delle falsità che la politica ci ha propinato, rovinando con la sua incapacità il più bel paese del mondo.
Un parlamento d’illegittimi, un governo illegittimo, un Presidente della repubblica Illegittimo.
Politici che hanno rubato a più non posso e che non fanno la galera, mentre viene denunciato chi ruba un tozzo di pane per sfamarsi.
Politicanti che, chiamati ad amministrare, distruggono paesi e con essi i cittadini (e i loro sogni) ma che, tranquillamente, ne godono i frutti come se niente fosse successo.
L’Italia non si merita tutto questo.
Il 9 dicembre 2013 rimarrà una data da incorniciare.
È l’inizio di una rivoluzione dove il popolo Italiano si è stancato di inchinarsi e di fare il servitore a chi, servitore è stato eletto ma pensa di essere padrone.
Il popolo Italiano ha deciso di alzare la testa e dire: ORA BASTA.
E qui iniziano le note dolenti della politica. O capisce e cambia registro. O non capisce e sarà travolta da un’ondata immane che niente e nessuno potrà fermare.
Noi siamo per la seconda ipotesi, ma lasciamo il compito ai posteri per emanare l’ardua sentenza.
SENZA PARTITI