Fino a prova contraria le politiche per la sicurezza, si definiscono tali, proprio perché competono alla politica e non agli Organismi o ai Corpi dello Stato. A loro compete la realizzazione, la migliore attuazione, non certo la produzione. Se qualcuno intende affrontare il problema della sicurezza in questi termini, puntando il dito su chi si trova in trincea o peggio ancora nascondendosi dietro l’insipienza dei Governi Centrali lanciando il messaggio che le amministrazioni locali siano impotenti, non solo non mi trova d’accordo ma soprattutto sbaglia.
Sono molti i comuni che propongono un progetto di sicurezza del proprio territorio e di tutela dei cittadini sapendo che questo comporterà investimenti economici e capacità specifiche di coordinamento. E quando parlo di investimenti, non mi riferisco tanto alle conferenze o alle campagne di sensibilizzazione quanto, piuttosto, alla installazione strategica di telecamere, posti di blocco, camere di regia e presenza costante e continua, giorno e notte, della Polizia Municipale nel territorio. Tutto questo da noi non esiste. Diciamoci la verità.
L’Amministrazione comunale ha fatto altre scelte. Legittime ma “altre”. Valga da banale esempio l’interruzione, dopo un decennio, dell’applicazione dell’art.22 del CCNL al Corpo di Polizia Municipale, che si è risolto in una riduzione dei servizi e nella scomparsa pressoché totale del presidio notturno del territorio. Questo è un fatto. Quindi ben vengano le raccomandazioni agli alti funzionari dello Stato preposti alla sicurezza ma rimbocchiamoci le maniche e costruiamo il nostro progetto di sicurezza. I cittadini di tutto hanno bisogno tranne che di una politica politicante e autoreferenziale che lancia proclami e poi non fa nulla. Chi vi scrive si è alzato in piena notte e si è precipitato in pigiama in casa di un anziano signore che impietrito al centro della stanza osservava incredulo ed impaurito la devastazione totale della casa. I ladri gli avevano fatto visita ,non gli avevano rubato molto…solo i ricordi di tutta una vita.
Teodoro Manfreda