Dopo due anni avremmo voluto leggere di come uscire dalla disastrosa situazione economica del nostro paese causata dal dissesto finanziario del Comune, ascoltare magari le proposte politiche, conoscere le priorità e le iniziative a fronte delle richieste di vasti strati di popolazione: anziani, famiglie, studenti, imprese. Invece da un po’ di tempo la stampa si trova a dare spazio a dichiarazioni di politici e di esperti in merito alla disputa, vecchia e superata, se il dissesto poteva essere evitato o meno.
E’ certo che noi ne avremmo fatto a meno. Ma purtroppo le contestazioni del MEF e della Corte dei Conti erano tutte molto puntuali e hanno dimostrano l’esistenza di un disavanzo accertato di circa 8,3 milioni di euro. Praticamente pari ad un bilancio in più!
Per questo approvare il bilancio preventivo 2011 si è dimostrata impresa impossibile:
da una parte il “buco”, dall’altra l’indisponibilità delle controparti che avrebbero potuto partecipare alle dismissioni di poste dell’attivo vedi immobili e partecipazioni. Senza considerare che il loro valore non sarebbe stato sufficiente a coprire il pagamento di tutti i creditori per il 100% dei rispettivi crediti. In quella fase, infatti, non era pensabile di offrire ai creditori pagamenti in percentuale, perché l’amministrazione comunale si trovava in un regime normale della gestione. Questo stato di cose mostrò chiaramente che il bilancio comunale si trovava in uno stato di non ritorno come descritto dallart. 244 del D.Lgs.267 del 18 agosto 2000: “Si ha stato di dissesto finanziario se l’ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità di cui all’art.193, nonché con le modalità di cui all’art. 194 per le fattispecie ivi previste” . Il dissesto non poteva essere evitato.
Lo stesso Commissario Prefettizio approvò il preventivo 2011 con grande ritardo e nel frattempo non poté fare altro che constatare e dichiarare il “fallimento” del nostro Comune.
Altrimenti lo avrebbe dichiarato d’ufficio la Corte dei Conti.
Insomma, le interpretazioni fantasiose e soprattutto le omissioni rendono l’attuale dibattito surreale e anche un po’ inutile. Alcune osservazioni risultano quanto meno incomplete, come quando si afferma che i liquidatori del dissesto hanno indicato in 5,6 milioni i crediti ammessi ed in altri 4 milioni crediti per investimenti (opere pubbliche ). Quali investimenti? Quali opere pubbliche? Si tratta di crediti per la maggior parte relativi a spese correnti ed al credito della banca tesoriera. Basta chiedere ai 81 soggetti che l’Amministrazione Comunale dovrà soddisfare integralmente, in tempi lunghi … molto lunghi. E i creditori gettati nella disperazione perché riscuoteranno solo il 50% del loro credito?
Insomma, ognuno presenta la sua ricetta, alcuni senza aver cognizione di causa in merito ai fatti, altri, più furbetti, tentano di spostare l’attenzione o di menare ” il can per l’aia” parlando di avanzi e di utili, “siamo tra i pochi Comuni che negli anni 2011 e 2012 ha chiuso con molti utili!!”. Certo la corresponsione di forti contributi a fondo perduto destinati dal governo proprio ai comuni in dissesto, ha dato una mano. Se poi questi signori parlassero con i genitori di bambini disabili, con gli anziani della casa di riposo e con quelli soli a casa, con le famiglie che non possono permettersi l’asilo nido, con le scuole che devono pagarsi anche i neon per la luce o i detersivi per la pulizia delle aule, saprebbero anche il perché di questi utili.
Vogliamo poi aprire il capitolo dell’IMU e di come i cittadini hanno contribuito di tasca propria ad aumentare di milioni di euro il gettito fiscale del nostro Comune?
A questo punto una domanda sorge spontanea: a chi giovano queste uscite, forse a ritorni nella scena politica in vista di prossime elezioni amministrative?
Castiglion Fiorentino, 13 Novembre 2013
[.noresp.]