Partenza ufficiale per il progetto nazionale di Slow Food “Orto in Condotta”, grazie al quale nelle aree verdi delle scuole Primarie “G.Rodari” e “Arcobaleno” e dell’Infanzia “La Coccinella e “Lo scoiattolo” nasceranno 4 orti scolastici. Sabato prossimo, infatti, alle ore 11, presso la sede comunale a Badia al Pino, il Sindaco di Civitella Ginetta Menchetti, il Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Iasmina Santini e il fiduciario della Condotta Slow Food Valdichiana Ivano Capacci, firmeranno un apposito protocollo d’intesa, approvato dalla Giunta comunale il 6 novembre scorso, che stabilisce l’impegno di ciascun soggetto aderente nel realizzare questo innovativo progetto che avrà durata triennale e coinvolgerà gli studenti e gli insegnanti delle quattro scuole coinvolte ma anche i genitori e i cittadini che vorranno dare il proprio contributo.
L’Amministrazione comunale di Civitella in Val di Chiana considera strategica l’educazione ambientale e alimentare, anche in funzione di una riscoperta di saperi e di competenze tradizionali da parte delle nuove generazioni. Le scuole del territorio comunale hanno avviato, ormai da molti anni, importanti progetti di educazione ambientale tra i quali il giardino fenologico nello spazio verde della Secondaria “Martiri di Civitella”. Perfetto è quindi il progetto “Orto in Condotta” attraverso il quale i ragazzi coinvolti, coltivando frutti e verdure più o meno conosciuti, saranno in grado di conoscere la varietà, la stagionalità, i metodi di coltivazione biologici e biodinamici, il rispetto della natura e di tutte le creature viventi e di assaggiare ciò che loro stessi coltivano. Nel progetto Slow Food l’orto è uno strumento per far diventare il piccolo consumatore un coproduttore, cioè un cittadino consapevole che le sue scelte d’acquisto avranno delle ripercussioni sul mondo che lo circonda, in primo luogo tra gli agricoltori e gli allevatori.Gli stimoli che il progetto intende dare ai bambini vanno nella direzione del buono, del pulito e del giusto, perché trasmette loro l’idea che ciò che è coltivato in maniera non intensiva, che è raccolto al momento giusto e non fa centinaia di chilometri per arrivare a destinazione, non può che essere più buono ed ecologicamente più sostenibile.