Chiunque osservi la pericolosa deriva delle istituzioni repubblicane e della sostanza stessa:economica,morale e culturale della Nazione,avverte delle responsabilità. Il problema è come onorarle. Perchè questo avvenga, giova ricordare alcune amare verità. Interessi individuali e collettivi non sono facilmente integrabili. Nessun ordinamento giuridico garantisce da traumi la relazione conflittuale tra libertà e stabilità.
Gli stessi ordinamenti giuridici sono, spesso, solo l’approdo provvisorio di grandi conflitti sociali e politici. Si può tentare di esorcizzare i rischi che ne conseguono con appelli ai buoni sentimenti ed alle buone intenzioni:ma non è affatto detto che, così facendo (i rischi), si evitino. Bisognerebbe lasciare questo approccio al personale specializzato:preti,terapeuti e moralisti.La politica è l’attività di individui e gruppi ,”organizzati” e non, che propongono, nella sfera pubblica di una più o meno vasta comunità ,la propria interpretazione di temi , problemi e relative risposte rilevanti, per la comunità stessa.La sfida, sempre aperta, è quella di stabilire l’ordine del giorno. Quali debbano essere considerate le domande più urgenti e più importanti.Chi cerca di affermare un certo ordine del giorno, per quel che importa, può essere mosso anche da buoni (o cattivi) sentimenti e buone (o cattive) intenzioni:certamente è mosso da una forte consapevolezza dei propri interessi.Non c’è granchè da dubitare che, nella storia italiana recente, l’ordine del giorno sia stato quasi sempre dettato da Berlusconi. La prospettiva del triumvirato Alfano-Letta-Renzi,riconferma l’incapacità di proporre un diverso ordine del giorno da parte del PD. A pensarci bene Berlusconi-Bossi e D’Alema ci avevano già provato. Con conseguenze disastrose per la sinistra,per il Paese e ,si può ipotizzare,sulla incoercibile egomania del cavaliere. Il siluramento di Prodi ha rinnovato di recente tali fasti ingloriosi. Naturalmente ,chiunque può illudersi sulle capacità demiurgiche e taumaturgiche di Renzi. Se non si archivia Berlusconi,se non si fanno sul serio i conti con l’astensione e con Grillo,se non si afferma una piattaforma PD che contenga domande e risposte più aderenti alla realtà del Paese, non ci saranno miracoli che tengano. Se, dando prova di autentica leadership, Renzi imponesse alla discussione politica questo ordine del giorno, mostrerebbe una fisionomia più originale e convincente. E forse riuscirebbe davvero a mandare in pensione la vecchia guardia del suo partito: senza sfasciare il medesimo. Operazione tafazzista da evitare accuratamente.